UNA Cremona - I NAS sequestrano il canile di Cremona - marzo 2009

Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese


6 maggio2009

La Provincia
Mercoledì 6 maggio 2009

Il caso. Oggi in Procura l'incarico per le autopsie sulle 32 carcasse sequestrate nel Rifugio
Canile, cinque indagati
Nell'inchiesta anche due volontarie del Rifugio

di Francesca Morandi

Salgono a cinque gli indagati nell’inchiesta sul Rifugio del cane. Insieme alla veterinaria dell’Asl, Michela Butturini, a Maurizio Guerrini e Cheti Nin, ex presidente e vicepresidente dell'Associazione Zoofili Cremonesi, nell'indagine sono rimaste coinvolte le volontarie Elena Caccialanza e Laura Grazia Gaiardi. Il sostituto procuratore, Cinzia Piccioni, ha contestato a tutti gli indagati tre ipotesi di accusa, in concorso tra loro. C'è l'uccisione di animali per aver soppresso «senza necessità» numerosi esemplari di cani ospitati nella struttura di via Casello; l'esercizio abusivo della professione veterinaria e l'abbandono di animali. Intanto oggi alle undici in Procura il pm Piccioni conferirà l'incarico a due professori del Dipartimento di sanità pubblica nell'ambito della medicina veterinaria dell'università di Padova, che dovranno eseguire l'autopsia sulle 32 carcasse, trenta di cani e due di gatti, trovate nelle celle frigorifere del canile dai Nas durante la prima perquisizione eseguita nella struttura, il 3 marzo scorso. Gli avvocati Ennio Buffoli e Marco Soldi (per Guerini e Nin), Stefania Amato (per le volontarie) e Francesco Gianzini (per la veterinaria dell'Asl) nomineranno, a loro volta, propri consulenti da affiancare agli esperti di Padova. Nella perquisizione eseguita 65 giorni fa, i carabinieri del Nas avevano trovato nel canile anche numerose confezioni di Pentotal Sodium e Tanax, farmaci che per l'accusa negli anni erano stati usati per sedare e ammazzare gli animali senza che ve ne fosse motivo. Adesso sarà l'autopsia a confermare o meno questa ipotesi. Anche nell'abitazione di Cheti Nin era stato sequestrato «un considerevole quantitativo di quei farma-ci», come è scritto nell tre pagine dell'ordinanza di convalida del sequestro preventivo del Rifugio del cane firmata dal gip Clementina Forleo. Il giudice si era riportata alle «dichiarazioni concordi» rese agli inquirenti «da ex dipendenti e dipendenti del Rifugio», secondo i quali «sistematicamente molti cani, persino cuccioli, anche nella imminenza del loro ricovero, venivano soppressi dalla Nin con delle iniezioni, le quali spesso provocavano all'animale sofferenze atroci». Nell'ordinanza, il gip Forleo aveva inoltre evidenziato la «palese gravita dei fatti in questione evidentemente legati a fini di lucro, dati gli ingenti sovvenzionamenti pubblici e di donazioni private di cui detta struttura godeva e i costi che il mantenimento degli animali ivi ricoverati comportava. Vedasi, qualora ve ne fosse bisogno, il tenore delle dichiarazioni rese da alcuni dipendenti del canile circa la 'necessità' di sopprimere cuccioli appositamente non microchippati per consentire di ospitare animali adulti, evidentemente provvisti di microchip». L'indagine, lo ricordiamo, ha portato al sequestro dei 535mila euro trovati sul conto corrente dell'associazione all'epoca guidata da Guerini e Nin. Il gip Forleo aveva infine suggerito alla Procura di far luce «nel futuro corso delle indagini» sul ruolo assunto dalle due volontarie del canile (all'epoca non erano ancora indagate) così come sul ruolo della veterinaria Butturini «il quale risulta altamente compromesso in base alla relazione redatta dal Nas dei carabinieri di Cremona». Intanto, il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Soldi e Buffoli e annullato il sequestro bis nel canile (il 31 marzo scorso) di 12 confezioni di Zoletil 100. «Un farmaco usato come anestetico locale e generale su cani e gatti — è scritto nel verbale di sequestro — nonché come contenzione e anestesia di breve durata per interventi chirurgici». Non è stato dimostrato come il farmaco fosse stato usato per uccidere gli animali.



La Cronaca
Mercoledì 6 maggio 2009

Canile, per i cinque indagati stesse accuse di maltrattamento
Resi noti i nomi delle due volontarie: sono Laura Gaiardi e Elena Caccialanza. Contestato a tutti anche il reato dì abbandono di animali. Accolto in parte il ricorso dei legali di Nin e Guerrini per il dissequestro dei farmaci: riconsegnato solo l'anestetico Zoletil

Le due nuove indagate nell’inchiesta sul canile di Cremona sono Laura Gaiardi ed Elena Caccialanza, le due volontarie che ora sono ufficialmente accusate di uccisione di animali, esercizio abusivo della professione medica, e anche di abbandono di animali. Di questi reati dovranno rispondere, in concorso, tutti gli altri indagati, Maurizio Guerrini e Chetti Nin, i due ex responsabili dell’Associazione Zoofili Cremonesi, rispettivamente ex presidente e vicepresidente, e la veterinaria dell’Asl Michela Butturini. Nell’ordinanza con la quale aveva convalidato il sequestro preventivo del canile, il giudice Clementina Forleo aveva ravvisato profili di responsabilità anche per le due volontarie, che non solo sarebbero state a conoscenza di quanto avveniva all’interno del canile, ma che avrebbero materialmente ammazzato gli ospiti. La Gaiardi e la Caccialanza, per la loro difesa, si sono affidate all’avvocato Stefania Amato di Brescia, mentre Guerrini e la Nin sono assistiti dai legali Marco Soldi, del foro di Cremona, ed Ennio Buffoli, di Brescia. Il legale della difesa Butturini, infine, è l’avvocato Francesco Gianzini. Si allargano, dunque, a macchia d’olio le indagini della magistratura di Cremona sulle presunti uccisioni di animali avvenute nel canile di via del Casello. Questa mattina, intanto, il sostituto procuratore della Repubblica Cinzia Piccioni, titolare dell’inchiesta, incontrerà i due specialisti di Padova ai quali verrà affidato l’incarico di effettuare una verifica sulla trentina di carcasse di cani, e due di gatti, trovate il 3 marzo scorso nelle celle frigorifere del canile dagli uomini del Nas. Durante le perquisizioni erano stati sequestrati anche scatoloni di carte, documenti e anche numerose confezioni di medicinali, tra cui il Tanax e il Pentotal Sodium, utilizzati per l’eutanasia di animali ormai in fin di vita che, secondo l’accusa, sarebbero stati iniettati su animali perfettamente sani. I due professori del Dipartimento di sanità pubblica nell’ambito della medicina veterinaria di Padova dovranno scoprire le cause della morte degli animali. Stesso compito, poi verrà affidato ai consulenti che saranno nominati dalle parti. Un’altra novità sulla vicenda riguarda il ricorso presentato dai legali di Maurizio Guerrini e Chetti NIn contro il sequestro dei farmaci trovati nel canile: i giudici del Tribunale del Riesame di Cremona (Carlo Maria Grillo, presidente, Massimo Vacchiano e Serena Nicotra), che si erano presi qualche giorno di tempo per decidere, hanno accolto le richieste degli avvocati Soldi e Buffoli solo per quanto riguarda le 12 confezioni dell’anestetico Zoletil 100, trovato insieme al Tanax e al Pentotal Sodium, che restano sotto sequestro. Non è stato provato, infatti, che il primo farmaco abbia portato alla morte degli animali. Come motivazioni del ricorso, i legali avevano puntato si alcuni vizi procedurali, gli stessi che i giudici avevano rigettato quando era stata presentata richiesta di dichiarare non solo l’inutilizzabilità delle perquisizioni effettuare nel canile e nelle abitazioni degli indagati, ma anche la nullità del decreto di convalida del sequestro preventivo del rifugio del cane. Sara Pizzorni


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