Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese
7 marzo 2009
La Provincia
sabato 7 marzo 2009
Rifugio sequestrato
Indagini
Durante il blitz sono stati trovati 40 animali morti in una cella frigorifera
Disposta l'autopsia
Documenti e conti al vaglio del Nas Accertamenti anche su altri canili Sviluppi imminenti
Carcasse nei sacchì L'inchiesta si allarga
di Mauro Cabrini
Martedì scorso, a metà del blitz che ha poi portato al clamoroso sequestro del canile e all'iscrizione nel registro degli indagati per 'uccisione e maltrattamenti di animali', oltre che per 'esercizio abusivo della professione sanitaria', di Maurizio Guerrini e Ketty Nin, presidente e vicepresidente dell'Associazione zoofili cremonesi che lo gestisce, i carabinieri del Nas di Cremona hanno trovato in un cella frigorifera, chiusi in sacchi dell'immondizia neri, una quarantina di cani morti. Su tutte quelle carcasse, presumibilmente destinate ad essere smaltite e subito sequestrate dagli specialisti del nucleo anti sofisticazione insieme a decine di confezioni di Pentotal e Tanax— farmaci abitualmente utilizzati per anestetizzare e assopire (il primo) e per sopprimere (il secondo) —, la procura della Repubblica di Cremona, e nello specifico il sostituto procuratore titolare dell'indagine, Cinzia Piccioni, ha disposto l'autopsia. Gli accertamenti, che dovrebbero essere eseguiti da un veterinario nominato dalla magistratura a inizio della settimana entrante, saranno decisivi per capire, al di là delle cause del decesso — quasi certamente da imputare a iniezioni letali visto che quella è la prassi normale in caso di necessità —, se gli animali erano effettivamente malati o se al contrario, come sospettano gli investigatori, non lo erano affatto. In attesa degli esami, mentre resta al vaglio la posizione della veterinaria cremonese referente dell'Asl per il Rifugio, l'inchiesta va avanti a ritmo serrato. Con i vertici del Nas che, stranamente considerando l'abitudine al riserbo, non usano alcuna prudenza nel riferire di «uccisioni sistematiche e senza titolo», e nell'annunciare sviluppi che, già dalle prossime ore, potrebbero far crescere il numero degli indagati locali e, al contempo, allargare i confini del caso da via Casello ad altri centri analoghi del Nord Italia. E' ad altri canili, oltre che alle aziende di smaltimento che avrebbero ricevuto mensilmente da Cremona «quantità abnormi di carne» che adesso i militari stanno guardando: secondo i riscontri raccolti sino ad ora, infatti, sarebbe «anomalo in eccesso» il numero di cani arrivati a Cremona da altri poli di ricovero, da Urbino, Parma, Roma e persine da Napoli. Si tratterebbe, sempre stando agli elementi in possesso dell'apparato inquirente, di esemplari molto spesso (ma comunque non sempre) in età avanzata, dunque più a rischio. E, per deduzione, potenzialmente sopprimibili con minore scrupolo. Di 'morti frequenti e strane', con conseguenti vantaggi economici in termini di mancata spesa a fronte del riconoscimento comunque percepito per il sostentamento degli ospiti', avrebbero riferito gli almeno dieci, fra volontari ed ex volontari. sfilati nelle settimane che hanno preceduto il sequestro al comando di via Vogherà. E proprio allo scopo di dare concretezza alle loro testimonianze, si stanno in queste ore spulciando documenti e conti correnti per poi incrociarne dati e numeri con quelli contenuti nei registri contabili e negli elenchi dei cani dati in affidamento.
Intanto l'Associazione zoofila ha provveduto a sostituire il presidente dimissionario: al posto di Guerrini è stata nominata Federica Aroldi.
TESTIMONIANZE
In caserma sfilata di volontari
Sono una decina le denunce presentate in procura, nel giro di qualche mese, contro i presunti maltrattamenti al canile. E sono almeno dieci i volontari e gli ex volontari del rifugio interrogati e ascoltati dal comandante del Nas Raffaele Marongiu, e dai suoi uomini, nel corso dell'inchiesta partita la scorsa estate in seguito all'esposto della presidente della sezione cremonese della Lega nazionale Rosetta Facciolo. «Molti di quegli operatori —hanno spiegato gli inquirenti—non hanno nascosto quanto accadeva». Tutti, almeno secondo la percezione degli investigatori, avrebbero evitato di segnalare prima quanto sarebbe successo in via Casello per una sorta di sudditanza psicologica nei confronti della loro vice-presidente e del suo carisma. «E più d'uno, forse non casualmente, è stato allontanato» hanno aggiunto i carabinieri.
LA LETTERA
La difesa della Nin
Egregio direttore,
l'articolo edito il giorno mercoledì 4 marzo 2009 a firma di Francesca Morandi dal titolo «Canile, maltrattamenti e morti sospette: inchiesta» non è frutto di un corretto esercizio del diritto di cronaca giornalistica e integra, a mio modo di vedere, una diffamazione a mezzo stampa. L'articolista—in maniera decettiva — presenta come veri fatti che allo stato non sono neppure ipotesi accusatorie, bensì accuse, certamente ispirate da gelosie e invidie, nonché da interessi economici di altri soggetti. Leggiamo che: «nel Canile di Cremona i cani ci entravano per essere uccisi. Ne è convinta la Procura... L'associazione pretendeva denaro per accudire i cani. Ma in una struttura già stracolma, molti animali sarebbero finiti in sacchi neri...»; sono asserzioni sbrigative, in tono deliberatamente sensazionalistico per creare un presunto scoop, di una abnormità inaudita ed ingenerosa non solo per il Rifugio — ben conosciuto da tutti —, ma anche per gli oltre 30 anni di abnegazione spesa dalla sottoscritta e da tutti gli altri volontari nella tutela degli animali e dei cani in particolare. Resta da chiarire (e l'articolista neppure se lo chiede, singolarmente) come fatti descritti in termini così gravi possano emergere solo ora. La stessa articolista conferma di non aver consultato alcuna fonte attendibile, bensì di aver raccolto non meglio precisate «voci di corridoio» e finisce col paventare condotte disoneste ad oggi neppure contestate dalla sottoscritta. Al di là della tutela in sede civile e penale contro l'articolista, il direttore e l'editore, per la quale mi affiderò ai miei legali, soggiungo il mio personale rincrescimento: riconosco a tutti un legittimo diritto di critica e di biasimo, purché esso nasca, almeno, dal cauto e sereno sforzo di ricostruire i fatti, e non di creare un caso, partendo dalle accuse di un'unica persona. Anche la verifica dell'attendibilità delle fonti, infatti, è un obbligo pacifico del giornalista».
Ketty Nin
Risponde Francesca Morandi
Come lei ben sa, martedì hanno sequestrato il canile. Lei e il signor Guerrini siete indagati dal sostituto procuratore della Repubblica di Cremona Cinzia Piccioni per maltrattamenti e uccisione di animali e per esercizio abusivo della professione sanitaria. E questo è quanto è riportato nell'articolo.
Gli indagati dagli avvocati
Ketty scrive un memoriale
Intanto, mentre l'apparato inquirente prosegue nelle sue indagini, la difesa incomincia a pensare a quale strategia affidare la propria linea: ieri pomeriggio, proprio con l'obiettivo di individuare le mosse più adatte a smontare un castello accusatone che nelle sue ipotesi è decisamente pesante, gli avvocati Marco Soldi e Maria Laura Quaini hanno incontrato, nello studio del primo, Ketty Nin e Maurizio Guerrini. E' stata una riunione lunga, quella fra i legali e i loro assistiti: incominciata intorno alle cinque del pomeriggio e terminata solo poco prima della nove di sera, è servita per raccogliere documenti, focalizzare particolari e testimonianze, recuperare supporti cartacei e informatici in grado di contrastare i capi di imputazione.
Al termine, è stato l'avvocato Soldi a spiegare, senza ovviamente entrare nel merito del confronto, «abbiamo cercato di capire cosa e perché viene contestato ai nostri clienti: aspettiamo di valutare con esattezza il quadro e poi stabiliremo, insieme, quali sono i passi più opportuni da compiere. Anche per tutelare l'immagine di un'associa/ione che opera da anni e che ha dimostrato, nel tempo, di essere più che affidabile».
Di sicuro, sia Nin che Guerrini, ovviamente provati dal polverone che la vicenda sta inevitabilmente provocando ma anche confortati nelle ultime ore da tante e diverse testimonianze di comprensione, sono apparsi tutt'altro che rassegnati e hanno respinto con forza ogni addebito, assicurando che in via Casello 'tutto è sempre avvenuto nel rispetto delle regole'.
E oggi, molto probabilmente, sarà la stessa vice presidente a prendere posizione ufficiale: stando a quanto si è appreso, sarebbe infatti impegnata da ieri sera nella stesura di una lunga lettera, quasi un memoriale, nelle cui righe racconta la 'propria verità'. Salvo ripensamenti, l'intenzione sarebbe quella di renderla pubblica inviandola ai mezzi di informazione, (mac)
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