UNA Cremona - I NAS sequestrano il canile di Cremona - marzo 2009

Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese


18 luglio 2009

La Provincia
La proposta. In attesa che la magistratura completi le indagini, l’amministrazione guarda al futuro
«Cremonesi, adottate un cane»
L’appello del sindaco Perri ieri mattina in visita al canile

di Giuseppe Bruschi
«Cremonesi, adottate un cane. Troverete un amico che non vi abbandona. E che, naturalmente, non dovete abbandonare»: l’appello viene dal sindaco Oreste Perri che ieri mattina ha visitato il canile che, giova ricordarlo, è sotto sequestro giudiziario, ma che funziona, con l’Associazione Zoofili, sotto il «controllo » del Comune e del garante degli animali, il veterinario Emilio Olzi. Con Perri c’erano l’assessore Francesco Bordi, il direttore generale Vincenzo Filippini ed alcuni funzionari del Comune. Minuziosa e lunga la visita della ‘delegazione comunale’ che si è resa conto delle migliorate condizioni in cui vivono gli animali. Lontani sono quindi i tempi dell’intervento dei Nas e delle feroci polemiche che ne sono seguite, soprattutto da parte degli animalisti. Ma alcuni dei problemi del tempo sono presenti ancora. Primo di tutti lo spazio, che è davvero limitato visto che convivono nella medesima struttura cani e gatti, che sono alcune centinaia. Si rende quindi necessario un ampliamento, ma in via del Casello non c’è più spazio. Ecco allora la proposta, per altro ‘figlia’ della precedente amministrazione, di spostare i gatti nel nuovo gattile che sorgerà in via Brescia. Restando al canile, il sindaco Perri insiste sull’aspetto finanziario, ricordando che ogni cittadino paga una tassa, di 0,75 centesimi, per gli animali che arrivano al canile anche da altro comuni e da altre province. Non sarebbe il caso che anche questi ‘pagassero’, contribuendo così al mantenimento del canile. E la tassa potrebbe essere portata a 2 euro solo per i residenti nei comuni fuori città. Naturalmente l’auspicio del sindaco è che anche l’amministrazione provinciale si impegni a realizzare un canile ‘sovracomunale’ che sia in grado di soddisfare le richieste dell’intero territorio cremonese. Come avviene, in verità, in altre zone d’Italia. Il sindaco Perri ringrazia infine la magistratura per quanto sta facendo, con scrupolo, per far luce sugli aspetti sconcertanti, ormai passati, della vita del canile ed assicura che la sua amministrazione sarà sempre vicina alla struttura e a chi se ne occupa, compresi i volontari che danno tempo e passione.


L’INCHIESTA
Presunte uccisioni
A settembre a Grosseto l’autopsia sulle carcasse


Sotto sequestro nella cella frigorifera del canile da marzo, trenta carcasse di cani e due di gatti il 17 settembre prossimo saranno portate all’Istituto zooprofilattico di Grosseto dove Rosario Fico, responsabile dell’Unità specialistica di medicina forense veterinaria, eseguirà le autopsie per accertare le cause della morte degli animali. Il dottor Fico è il perito nominato dal gip Clementina Forleo nell’ambito dell’inchiesta aperta dal pm Cinzia Piccioni sulle presunte uccisioni dei cani forse con l’uso di Tanax e Pentotal sodium, ricoverati nella struttura di via Casello e che vede indagati Maurizio Guerrini e ChetiNin, gli ex presidente e vice dell’Associazione zoofili cremonesi, le volontarie Elena Caccialanza e Laura Grazia Gaiardi, e Michela Butturini, veterinaria dell’Asl referente del canile all’epoca dei fatti che la Procura contesta, cioè in epoca successiva e prossima al gennaio 2006. Per tutti le ipotesi di accusa sono di uccisione e maltrattamenti di animali, esercizio arbitrario della professione veterinaria e abuso d’ufficio, in concorso. Il perito dovrà accertare se le carcasse siano riconducibili «a corpi di cani e gatti ricoverati presso il canile». In caso affermativo «dica quali siano state le cause dimorte di tali animali e nel caso siano riconducibili a condotte umane, quali la somministrazione di farmaci letali, dica se tali condotte siano state legittimamente poste in essere». In particolare, «se tali condotte siano state legittimate da gravi patologie delle quali erano affetti tali animali e siano state poste in essere nell’ambito della normativa vigente». (f.mo.)


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