Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese
15 settembre 2009
La Provincia
martedì 15 settembre 2009
Canile. Tre ex dipendenti dell’Associazione zoofili fanno causa. Ieri l’incontro con il pm
«Licenziati perché abbiamo collaborato con la giustizia»
di Francesca Morandi
Si definiscono i dipendenti ‘anziani’ dell’Associazione zoofili cremonesi che gestisce il canile. Leo si occupa dei cani da più di sei anni; Grazia da tre, Rita dal 13 marzo 2008. Il 7 settembre sono stati licenziati e loro sono andati dai carabinieri del Nas a denunciare — è scritto nella querela firmata da Rita Bruneri — come «il licenziamento sia dovuto al fatto
che la nuova associazione non voglia all’interno del canile persone o volontari che hanno collaborato con la giustizia e che hanno avuto contatti con la Lega nazionale del cane...». Gli ex dipendenti ora impugneranno il licenziamento e faranno una causa per mobbing all’associazione.
Ieri gli ex dipendenti lasciati a casa e Luigina Bruni, lei volontaria da quasi tredici anni, allontanata dal canile con altre due colleghe che vi hanno lavorato per 19 anni, «perché anche noi abbiamo collaborato con la giustizia nell’ambito dell’indagine sul canile», hanno avuto un colloquio informale con il pm Cinzia Piccioni, titolare dell’inchiesta sulle presunte uccisioni dei cani. Domani il pm incontrerà i carabinieri
del Nas e valuterà anche gli episodi denunciati dagli ex dipendenti. E’ un documento
di quattro pagine quella firmato da Rita Bruneri e vi si racconta il braccio di ferro
con l’Associazione zoofili cremonesi che l’ha licenziata. Motivo: «Risulta come lei abbia più volte permesso l’ingresso al Canile di rappresentanti della Lega nazionale in Difesa del
cane della sezione di Cremona senza informare o richiederne il consenso al datore di lavoro, ben conoscendo l’atteggiamento ostile di detta Lega nei confronti dell’associazione, con conseguenti attacchi sulla stampa diffamatori... in danno al suo datore di lavoro... La sua condotta ha recato grave danno all’immagine della nostra Associazione col rischio di poter mettere a repentaglio lo stesso rapporto di collaborazione professionale tra questa Associazione e il Comune di Cremona», è scritto nella lettera firmata dalla presidente Federica Aroldi. Ma gli ex dipendenti nella denuncia insistono sul fatto che fossero scomodi: «Abbiamo collaborato con la giustizia». Intanto domani saranno trasferite a Grosseto per l’autopsia le 32 carcasse sotto sequestro nella cella frigorifero del canile dal 3 marzo scorso. Al Gip Clementina Forleo, che lo ha nominato proprio perito, il professor Rosario Fico, responsabile dell’Unità specialistica di medicina forense veterinaria, dovrà dire quali siano state le cause della morte degli animali «e nel caso siano riconducibili a condotte umane, quali la somministrazione di farmaci letali, se tali
condotte siano state legittimamente poste in essere». Il perito dovrà accertare se «tali condotte siano state legittimate da gravi patologie, delle quali erano affette tali animali e siano state poste in essere nell’ambito della normativa vigente». Fico si èpreso novanta
giorni; i risultati della perizia saranno illustrati all’udienza del 12 gennaio.
LA REPLICA
«Nessuna ritorsione: condotte incompatibili col rapporto di lavoro»
«Non c’è assolutamente alcuna ritorsione. Si tratta solo della condotta di un datore di lavoro, che non può soprassedere a determinate condotte dei dipendenti. Condotte che noi abbiamo documentato e che riteniamo siano incompatibili con la prosecuzione del rapporto di lavoro». L’avvocato Michele Tolomini, legale dell’Associazione Zoofili Cremonesi, replica alle accuse dei tre ex dipendenti lasciati a casa da Federica Aroldi, presidente dell’associazione dopo le dimissioni di Maurizio Guerrini, indagato per le presunte uccisioni di
animali con Chetti Nin, la vicepresidente, le volontarie Elena Caccialanza e Laura Grazia
Gaiardi e la veterinaria Michela Butturini, accusati, in concorso, anche di esercizio abusivo della professione veterinaria. «Anzi — evidenzia l’avvocato Tolomini — quando l’associazione si è riunita per decidere il licenziamento, non lo ha fatto a cuor leggero, perché lasciare a casa delle persone è un atto pesante. Ma, ribadisco, non c’erano più le
condizioni». Nella denuncia, gli ex dipendenti hanno denunciato episodi di cattiva gestione. «Dopo la bufera che si è scatenata sul canile, noi viviamo con un faro da stadio puntato addosso. Noi abbiamo ogni settimana i controlli del Comune, che è il custodie giudiziale,
dell’Asl, del garante, il dottor Olzi, dei carabinieri del Nas. Più di così. Se poi la
nostra è una cattiva attività, bé poi tutti possono dire quello che vogliono, ma ogni
settimana il canile è controllato da persone competenti». (f.mo.)
L’ASSESSORE
«Sarebbe molto grave»
Colloquio di Demicheli con gli ‘allontanati’
«Mi dispiace molto, perché il licenziamento va a toccare delle famiglie. Mi auguro che il motivo non sia personale, altrimenti il fatto sarebbe molto grave. Certo, sarà l’autorità competente a decidere». Così l’assessore Claudio Demicheli, che venerdì ha incontrato le ex dipendenti e volontarie del canile. A Demicheli è stato consegnato il carteggio del braccio di ferro con l’Associazione zoofili cremonesi. Documenti che, per competenza, Demicheli ha
girato all’assessore Francesco Bordi «al quale, se riterrà opportuno interpellarmi, darò il mio parere».
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