UNA Cremona - I NAS sequestrano il canile di Cremona - marzo 2009

Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese


19 settembre 2009


La Provincia
Sabato 19 settembre 2009
Inchiesta sul canile
Morti sospette: si fa l'autopsia
Ieri trasferite a Grosseto le 32 carcasse sotto sequestro nel Rifugio


di Francesca Morandi
Sotto sequestro nella cella frigorifera del canile dal 3 marzo scorso, ieri sono state trasportate all'Istituto zooprofilattico di Grosseto le 32 carcasse, trenta di cani e due di gatti, sulle quali sarà eseguita l'autopsia, perché siano stabilite le cause della morte dei cani nell'ambito dell'indagine choc sulle presunte uccisioni di animali con l'utilizzo di Pentothal Sodium (anestetico) e Tanax, farmaco letale, senza che, per la procura, ve ne fosse motivo.
Se nel Rifugio di via del Casello siano state emesse sentenze di morte di cani in epoca prossima e successiva al 2006, lo accerterà il dottor Rosario Fico, il perito che il gip Clementina Forleo ha nominato nell'ambito dell'inchiesta. E il giudice lo ha scelto, perché Fico non è un veterinario qualsiasi, ma il responsabile del Centro di Referenza Nazionale per la medicina Forense Veterinaria, l'unico attualmente in Europa, preceduto, nel mondo, solo dai centri americani. Lo hanno chiamato il Ris degli animali.
Il dottor Fico è partito da Grosseto alle sei e mezza del mattino di ieri con due collaboratori e quasi cinque ore dopo, alle undici e quindici si è presentato davanti al canile comunale al volante di un Iveco. C'erano anche due carabinieri del Nas, il nucleo antisofisticazione e sanità, ai quali il sostituto procuratore Cinzia Piccioni ha delegato l'indagine. Cinque squilli di campanello in mezzo alla cagnara e quando il portone si è spalancato il furgone ha ingranato la marcia e sono cominciate le operazioni con i carabinieri del Nas e il perito in tuta bianca. Le carcasse sono state inserite in contenitori particolari, quindi è ripreso il viaggio di ritorno a Grosseto. Fico dovrà dare una risposta ai quesiti che gli ha formulato il gip Forleo. Innanzitutto dovrà accertare se le carcasse «siano riconducibili a corpi di cani e gatti ricoverati presso il canile» e in caso affermativo dovrà dire «esaminate tali carcasse, quali siano state le cause di morte di tali animali e nel caso siano riconducibili a condotte umane, quali la somministrazione di farmaci letali», il perito dovrà dire «se tali condotte siano state legittimamente poste in essere». In particolare, se «tali condotte siano state legittimate da gravi patologie, delle quali erano affetti tali animali e se siano state poste in essere nell'ambito della normativa vigente». Il capo dei 'Ris degli animali' si è preso novanta giorni, in quanto il lavoro da fare è lungo e complesso. Intanto perché per scongelare dieci chili di carne occorre un giorno» e poi perché «la carne prima deve essere scongelata a temperatura ambiente e poi in frigorifero per non alterare i tessuti. Per ciascun esame necroscopico servono dalle due alle tre ore». Nel suo lavoro, Fico sarà affiancato dai consulenti tecnici nominati dagli indagati e dalla Lega del cane, parte offesa nell'indagine. I risultati delle autopsie saranno illustrati all'udienza del 12 gennaio prossimo. PERQUISIZIONI
Dalle denunce al blitz nel Rifugio

Il caso canile è culminato il 3 marzo scorso con il sequestro della struttura di via del Casello, dopo che i carabinieri del Nas avevano raccolto una serie di denunce da parte di volontari, dipendenti ed ex dipendenti, i quali «concordemente dichiaravano che sistematicamente molti cani — persine cuccioli - anche nella imminenza del loro ricovero, venivano soppressi da Cheti Nin con delle iniezioni, le quali spesso provocavano all'animale sofferenze atroci». Lo ha scritto il gip Forleo nell'atto di convalida del sequestro preventivo del canile. Raccolte le denunce, gli inquirenti sono andati a caccia di riscontri «...rinvenendo nei locali e nelle pertinenze del posto (il canile) nonché presso l'abitazione di Cheti Nin un considerevole quantitativo di farmaci veterinari tipo Tanax e Pentothal Sodium, contrassegnati da effetto letale, nonché all'interno della cella frigo di 32 carcasse di animali». Circa la soppressione degli animali «non si appalesavano e non si appalesano dovute a ragioni di malattia, come affermato dai dipendenti ed ex dipendenti del canile in questione, ragioni che, peraltro, qualora sussistenti, avrebbero dovuto necessitare dell'intervento di personale veterinario. Le soppressioni non risultavano peraltro annotate sugli appositi registri Asl, dal momento che per l'anno 2009 risultavano in essi annotati solo 18 decessi». Secondo i dati in possesso della procura, nel 2006 il canile comunale mandò all'inceneritore 7300 chili di carcasse e 6000 chili in sei mesi del 2007. Gli animali sarebbero stati smaltiti non solo da una ditta di Castelverde, quella ufficiale, ma anche presso altre aziende.
LE ACCUSE
Indagati anche due veterinari
Sono Vezzoni e Pengo. Nel mirino le ricette di Tanax, farmaco letale

Nell'inchiesta choc sulle presunti uccisioni di cani, salgono a sette gli indagati. Dopo Maurizio Guerrini e Cheti Nin, gli ex presidente e vice dell'Associazione Zoofili cremonesi, le volontarie Elena Caccialanza e Laura Grazia Gaiardi e la veterinaria dell'Asl, Michela Butturini, referente del canile, tutti indagati, in concorso, per uccisione di animali, esercizio abusivo della professione veterinaria e abuso d'ufficio, al vaglio della procura ora ci sono anche le posizioni dei veterinari Aldo Vezzoni e Graziano Pengo, quest'ultimo con studio a Madignano. Se per gli inquirenti, Vezzoni avrebbe prescritto un numero eccessivo di ricette di Tanax senza verificarne l'uso, Pengo avrebbe certificato la morte di decine di cani, di cui non si ha più traccia. Impegnato in un convegno in California, Vezzoni lunedì rientrerà a Cremona. Intanto «in attesa di verificare se vi sia una indagine a suo carico, perché fino ad oggi non gli è stato notificato nulla», a prendere le sue difese è la moglie Franca, la quale spiega come il marito «che non è referente del canile né dell'Asl», negli ultimi quattro, cinque anni abbia emesso ricette «in un numero molto limitato», sull'ordine di «qualche decina» di Tanax «destinato alla scorta del canile», cioè all'armadietto farmaceutico della struttura. «Per legge, le ricette vengono emesse in triplice copia e una copia va all'Asl, che deve verificare se sia legittima o no. E l'Asl non ha mai obiettato alcunché a mio marito, perché ha sempre svolto un'attività assolutamente legale», evidenzia la moglie. Intanto l'Ordine dei medici veterinari, presieduto da Emilio Olzi, ha inviato un comunicato stampa. La premessa: «A tutt'oggi nessuna comunicazione ufficiale è pervenuta all'Ordine da parte dell'autorità giudiziaria circa l'assoggettamento ad indagine dei due veterinari iscritti all'Albo». Quindi «il consiglio dell'Ordine, nell'ambito delle proprie precise attribuzioni stabilite dalla vigente normativa e dell'autonomia decisionale allo stesso riconosciuta dalla legge, seguirà con attenzione l'evolversi della vicenda, mantenendo una posizione istituzionale di assoluta obiettività, riservandosi di valutare i fatti e dì conseguenza, gli eventuali risvolti disciplinari ascrivibili in capo a prppri iscritti, qualora gli stessi siano stati acclarati in modo definitivo dall'autorità giudiziaria competente». Di «quadro indiziario grave e allarmante», e di «palese gravità dei fatti evidentemente legati ai fini di lucro», aveva parlato, o meglio scritto, il gip Clementina Forleo nell'ordinanza, con la quale (era la fine di marzo) aveva convalidato il sequestro preventivo del canile comunale chiesto dal pm Cinzia Piccioni. Il piemme aveva inoltre congelato gli oltre 500mila euro depositati sul conto corrente dell'Associazione zoofili cremonesi. Una «palese gravità dei fatti in questione» per il gip Forleo «evidentemente legati ai fini di lucro, dati gli ingenti sovvenzionamenti pubblici e di donazioni private di cui la struttura godeva e i costi che il mantenimento degli animali ivi ricoverati comportava». (f.mo.)


IL GIORNALE DEL FRIULI
19 SETTEMBRE 2009

Più che un canile, sarebbe un lager. Sette indagati per le morti sospette a Cremona

CREMONA – Salgono a sette gli indagati nell’inchiesta sulle presunti uccisioni di cani al Rifugio di Cremona. A Maurizio Guerrini, Cheti Nin, Elena Caccialanza, Laura Grazia Gaiardi e Michela Butturini si aggiungono i nomi dei veterinari Aldo Vezzoni e Graziano Pengo. Vezzoni avrebbe prescritto un numero eccessivo di ricette di Tanax senza verificarne l’uso, Pengo avrebbe certificato la morte di decine di cani, di cui non si sa piu’ niente.


RADIO LOMBARDIA
19 SETTEMBRE 2009

Cremona: si allarga l'inchiesta sulle morti al canile

CREMONA - Nell'inchiesta sulle presunti uccisioni di cani al Rifugio di Cremona, salgono a sette gli indagati. Dopo Maurizio Guerrini e Cheti Nin, gli ex presidente e vice dell'Associazione Zoofili cremonesi, le volontarie Elena Caccialanza e Laura Grazia Gaiardi e la veterinaria dell'Asl Michela Butturini, referente del canile, tutti indagati, in concorso, per uccisione di animali, esercizio abusivo della professione veterinaria e abuso d'ufficio, al vaglio della procura ora ci sono anche le posizioni dei veterinari Aldo Vezzoni e Graziano Pengo. Vezzoni avrebbe prescritto un numero eccessivo di ricette di Tanax senza verificarne l'uso, Pengo avrebbe certificato la morte di decine di cani, di cui non si ha più traccia. Le 32 carcasse sotto sequestro nella cella frigorifera del canile di Cremona dal 3 marzo scorso oggi sono state trasportate all'Istituto zooprofilattico di Grosseto per l'autopsia.



Notizia riportata anche dal CORRIERE DELLA SERA: Canile killer: sette ora gli indagati per le morti sospette





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