Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese
28 gennaio 2010
La Provincia
giovedì 28 gennaio 2010
Canile. Dipendenti licenziati in estate: 'violenza privata' l'ipotesi di accusa
Indagata la presidente dell'Associazione Zoofili
di Mauro Cabrini
Nominata presidente dell'Associazione Zoofili Cremonesi lo scorso 15 marzo, in occasione del rinnovo dei vertici dell'ente in quei giorni travolto dall'inchiesta sui presunti
maltrattamenti e sulle uccisioni apparentemente illecite di animali all'interno del Rifugio, ora anche Federica Aroldi risulta iscritta nel registro degli indagati. L'ipotesi di accusa
formulata a suo carico dai carabinieri del Nas (Nucleo anti sofisticazione) di Cremona è 'violenza privata' e si riferisce alle dinamiche del licenziamento, in settembre, di tre
dipendenti del canile. Stando alle supposizioni dell'apparato inquirente, che coordinato dalla procura della Repubblica si è mosso sulla base delle querele presentate da alcuni degli
impiegati allontanati, quel provvedimento sarebbe stato disposto «con un contorno di vessazioni psicologiche» che, evidentemente, si ritiene debba essere chiarito.
"Ci hanno lasciati a casa perché abbiamo collaborato con la giustizia e perché abbiamo avuto contatti con la Lega Nazionale del Cane a loro avversa» avevano affermato i dipendenti
allontanati da via Casello nell'immediatezza dell'interruzione del rapporto di lavoro. Dichiarazioni, quelle, che devono aver convinto i militari del nucleo speciale dell'Arma ad
approfondire la vicenda e ad effettuare accettamenti. Poi approdati, sulla scorta dei riscontri e delle testimonianze raccolte, allo sviluppo degli ultimi giorni. Così, per il presidio
a ridosso della tangenziale ormai da mesi al centro della cronaca, un nuovo caso si apre. Ma è un frammento del tutto slegato dal filone principale dell'indagine che vede inquisiti,
a vario titolo, l'ex presidente Maurizio Guerrini e l'ex vice presidente Chetti Nin, due volontarie (Elena Caccialanza e Laura Grazia Gaiardi) e tre veterinari (Michela Butturini,
Aldo Vezzoni e Graziano Pengo): primo perché temporalmente successivo e secondo perché le contestazioni mosse ad Aroldi non sono in alcun modo legate alla gestione del Rifugio e dei
cani e dei gatti che vi sono ospitati, gestione che non viene minimamente messa in discussione. Del resto, è lo stesso monitoraggio svolto dagli investigatori in collaborazione con
l'Asl a riconoscere l'aumento dei controlli e la capillarità di documentazione e registrazioni e ad attestare come, oltre il cancello in ferro della struttura, qualcosa sia cambiato
rispetto al passato. Lo dicono i numeri relativi allo smaltimento carne: se nel 2006 erano stati 7300 i chili smaltiti (pari a circa 290 animali prendendo come media ponderale
un peso di 25chili), nel 2007 4600 (circa 180 animali) e nel 2008 3250 (130, 140 animali), negli ultimi dodici mesi non sarebbero state più di quaranta le carcasse uscite dal canile.
Un decremento notevole.
LA DIFESA DI TOLOMINI
Nessuna ritorsione: condotta incompatìbile
«Come ho già detto a suo tempo, non c'è stata alcuna ritorsione alle base di quei licenziamenti. Si è semplicemente trattato della decisione, tra l'altro presa tutt'altro che a
cuor leggero, di un datore di lavoro che non può soprassedere a determinate condotte dei dipendenti, condotte che abbiamo ritenuto e riteniamo incompatibili con la prosecuzione di un
rapporto di lavoro e che abbiamo anche documentato»: è perentorio l'avvocato Michele Tolomini legale dell'associazione Zoofili Cremonesi e dunque anche della presidente Federica Aroldi.
E annuncia: «Ho già chiesto gli atti e, una volta stabilito con chiarezza cosa viene imputato alla presidente Aroldi, non escludo, nel caso ci fossero le condizioni, di procedere con
una querela per calunnia». Chiuso il caso specifico, Tolomini non nasconde il malessere dovuto alla situazione generale: «Siamo stanchi di tutti quegli atteggiamenti scomposti, e di
tutte quelle accuse infondate che, ormai da mesi, si inscenano con l'unico intento di minare il clima al canile, dandone l'immagine di una struttura allo sbando. Non è affatto così e
chi lo frequenta lo sa bene. Conclusione: il vaso è colmo e non siamo più disposti a tollerare oltre quello che non fatico a definire linciaggio».
L'inchiesta. Sette inquisiti
Il filone principale in dirittura d'arrivo
Attesa per le autopsie
'Concorso in soppressione non necessaria di animali attraverso Tanax e Pentotal', 'concorso in esercizio abusivo della professione veterinaria' e 'omissione di controllo': sono le
ipotesi di accusa che reggono il filone principale dell'inchiesta sul Rifugio che vede fra gli imputati, a vario titolo, ex presidente ed ex vice-presidente del canile, due volontarie
e tre veterinari. Proprio quella parte di indagine starebbe per giungere a conclusione: in sostanza, con il conto corrente intestato all'Associazione Zoofili Cremonesi ancora sotto
sequestro, si attendono solamente i risultati delle autopsie sulla carcasse portate via dai Nas da via Casello, nei giorni del blitz. Ad eseguire gli esami autoptici e il dottor
Rosario Fico, perito nominato dal giudice per le indagini preliminari Clementina Forleo e responsabile della sede di Grosseto dell'Unità specialistica di Medicina Forense Veterinaria.
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