Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese
20 aprile 2010
La Provincia
martedì 20 aprile 2010
Canile sotto inchiesta
IL FUTURO DEL RIFUGIO
Rivelazioni choc nella perizia dell’esperto Rosario Fico che ipotizza «violente pratiche di contenimento» e anche «dichiarazioni false sulle cause dei decessi»
Sofferenze prima di morire
Così venivano uccisi i cani
«Immobilizzati con lacci e cappi: poi l’iniezione letale»
di Francesca Morandi
Cani immobilizzati con violenza, con corde, lacci e cappi e poi uccisi, senza che ve ne fosse motivo, con il Pentothal, analgesico non registrato in Italia come eutanasico,
ma al Rifugio usato come tale. E dunque «in modo non legittimo ». Cani così traumatizzati dal «contenimento così violento» forse morti «per choc» prima dell’iniezione
letale. Oppure, «nel tentativo di divincolarsi rimasti vittime degli stessi lacci» prima che dell’iniezione. Ecchimosi, ematomi, emorragie. Ricorda più un ‘manuale delle
torture’ la perizia del veterinario Rosario Fico, responsabile della sezione di Grosseto dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana,
centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria. Fico è il perito nominato dal gip Clementina Forleo, perché accertasse le cause della morte di 25 cani
e sette gatti che un anno fa i carabinieri del Nas trovarono nella cella frigorifera del canile messo sotto sequestro. Non solo Fico ha accertato che 12 cani e 2 gatti sono
stati uccisi con «inoculazione di tiopentale», il Pentothal, «senza che ve ne fosse motivo», e «senza che gli animali manifestassero patologie tali da giustificare la loro
soppressione». Ma la perizia rivela altri particolari choc, come i cinque cani, tra cui un cucciolo, morti per sbranamento. Soprattutto come nel Rifugio «sia stato dichiarato il falso
sulle cause della morte di altri animali». Ad esempio «un cane è stato dichiarato deceduto per ictus ». Eppure «l’esame necroscopico non ha evidenziato alcuna lesione
al cervello», scrive il perito. Fico spiega di aver scelto «il fegato come organo d’elezione per la ricerca post mortem di molecole dei due farmaci (Tanax e Pentothal
Sodium) al fine di provare la loro somministrazione agli animali esaminati». Quindi un campione di fegato di ciascun animale è stato sottoposto a necrospia ed esaminato.
«Tutti i valori superiori considerati sono stati 3,7 mg/kg per il Tanax e 4,2 mg/kg per il Pentothal. Questi valori esprimono la certezza che la sostanza è stata somministrata
all’animale». Tuttavia, il perito non esclude «che ad alcuni animali in esame possono essere stati comunque somministrati i due farmaci, ma per vari motivi (il tempo
intercorso tra l’iniezione e il blocco cardiaco, un dosaggio troppo basso del farmaco) la quantità di sostanze presenti nel fegato era al di sotto del limite di rilevabilità
del metodo». Morti traumatiche. Fico spiega che l’eutanasia, una morte dolce, «implica l’assenza di dolore e stress, pertanto le tecniche di eutanasia
devono procurare una rapida perdita di coscienza seguita da un arresto cardio-respiratorio e, alla fine, la perdita delle funzioni cerebrali. Una buona tecnica
quindi deve minimizzare il dolore, lo stress e l’ansia che gli animali possono provare prima della perdita di coscienza, ma questo non è avvenuto nel caso del canile
di Cremona». Qui gli animali «risultavano invece essere stati soppressi, in molti casi, senza una motivazione legittima e dopo aver subito un traumatico contenimento
fisico» tanto che «alcuni presentano lesioni e trauma sottocutaneo localizzati alle estremità di tutti e quattro gli arti compatibile con il tentativo di legarli nel
forzato contenimento fisico». E pare che «siano stati usati cappi e corde appena prima dell’iniezione letale». Si scrive che «il farmaco utilizzato per la soppressione è
registrato per l’induzione dell’anestesia generale, da mantenere con anestetici gassosi, oppure per l’anestesia generale di breve durata (10-20 minuti) per manualità
cliniche e di interventi chirurgici ‘minori’ quali indagini ginecologiche e odontostomatologiche, esami radiografici, riduzioni di fratture, contrazioni». Quindi
«l’uso del tiopentale sodico in un protocollo di eutanasia è previsto solo come anestetico profondo da somministrare prima del Tanax, farmaco letale, e non come farmaco
esclusivo per causare la morte dell’animale». Choc e sbranamento. Scrive il perito che «un cane è morto in seguito alla conseguenza di un tentativo
di contenimento fisico effettuato in modo violento. In questo caso, il cane è probabilmente morto per lo choc prima che gli venisse praticata l’iniezione letale».
E che «cinque cani sono morti in conseguenza dello choc determinato da profonde ferite inferte da altri cani (sbranamento). False cause della morte. Nella perizia si scrive
che «altri cani sono stati soppressi con la dicitura deceduto, trovato morto, deceduto per collasso cardiocircolatorio ». Conclude Fico: «Pertanto è evidente che sia stato dichiarato
il falso sulle cause della morte del cane».
INDAGINI E ACCUSE
Incidente probatorio
Oggi dal gip
Stamane il perito Rosario Fico sarà sentito dal gip Pierpaolo Beluzzi in sede di incidente probatorio, chiesto dal pm Cinzia Piccioni per raccogliere le prove e congelarle
nell’ambito dell’indagine sul canile. Secondo l’impianto accusatorio, l’Associazione zoofili cremonesi allora presieduta da Maurizio Guerrini, attraverso convenzioni e dietro
pagamento, avrebbe ospitato animali provenienti da strutture di altre città. Ma poiché il canile di Cremona non poteva contenerli tutti, molti animali sarebbero
stati soppressi senza motivo. Sul conto corrente dell’associazione, un anno fa furono trovati circa 500mila euro, ma l’indagine contabile non avrebbe rilevato anomalie.
Nata dall’esposto della Lega nazionale del cane, l’inchiesta vede indagati per uccisione di animali ed esercizio abusivo della professione veterinaria (dal 2006), l’ex presidente
Guerrini, la ex vicepresidente Cheti Nin, le volontarie Elena Caccialanza e Laura Grazia Gaiardi e la veterinaria dell’Asl, Michela Butturini, referente del canile. Il pm e
gli indagati hanno nominato propri consulenti tecnici da affiancare al perito Fico. Inoltre, sono indagati i veterinari Aldo Vezzoni, di Cremona, e Graziano Pengo, di Madignano. Al
primo, si contesta di aver firmato ricette per quantitativi ritenuti sproporzionati di Tanax e Pentothal Sodium e di non averne verificato l’utilizzo. Il collega avrebbe
certificato la morte, mai avvenuta, di decine di animali.
La Cronaca
martedì 20 aprile 2010
CANILE, UDIENZA DAL GUP BELUZZI
AGGHIACCIANTE PERIZIA
"ANIMALI TORTURATI E UCCISI CON VIOLENZA"
INCHIESTA CANILE DI CREMONA
"Per gli abbattimenti utilizzato medicinale non legittimo. Molti cani e gatti sono stati uccisi senza motivo: non
c'erano in atto patologie che ne giustificavano la sopressione"
"Alcuni animali morti mentre tentavano di divincolarsi dai lacci. Un cane morto per lo shock, altri presentano
lesioni dovute alla costrizione fisica"
"Animali torturati e uccisi con violenza"
L'agghiacciante relazione del perito scelto dalla Procura
Somministrazione di Pentothal Sodium senza alcuna necessità, crudeltà, violenze e torture sugli animali, falsità
sui certificati di morte. Di questo ed altro parla la perizia del dottor Rosario Fico, dell'Istituto Zooprofilattico
di Grosseto, l'esperto incaricato dal giudice Clementina Forleo di eseguire l'autopsia sulle 32 carcasse di cani
e gatti sequestrate il 3 marzo dello scorso anno dai carabinieri del Nas dalle celle frigorifere del canile di
Cremona. Oggi stesso il responsabile dell'Unità specialistica di medicina forense veterinaria illustrerà al giudice
Pierpaolo Beluzzi le cause della morte di ciascuno dei 32 animali esaminati (25 cani e 7 gatti), tutti ospiti
della struttura comunale di via Casello, 12 cani su 25, secondo i risultati della perizia, sono stati uccisi
con il farmaco anestetico Pentothal Sodium "senza che vi fosse necessità".
Lo stesso medicinale, usato nell'induzione dell'anestesia generale, è stato somministrato, sempre senza motivo,
anche du 2 dei 7 gatti che il perito ha esaminato. I 12 cani e i 2 gatti uccisi, in sostanza, non erano affetti
da patologie tali da giustificare la loro soppressione. Tracce di Pentothal Sodium sono state trovate nel fegato
degli animali, scelto come "organo d'elezione per la ricerca post mortem di molecole dei 2 farmaci" (Pentothal
e Tanax). "Il che vuol dire", è scritto nella relazione, "che ad alcuni animali esaminati possono essere stati
comunque somministrati i farmaci in questione, ma per vari motivi, ad esempio il tempo intercorso tra l'iniezione
e il blocco cardiano, o un dosaggio troppo basso del farmaco, la quantità di sostanza presente nel fegato era
al di sotto del limite di rilevabilità del metodo". Il dottor Fico, nelle autopsie, ha quindi considerato
tutti gli animali che riportavano valori di medicinali "killer" superiori a 3,7 mg/kg per il Tanax e 4,2 mg/kg
per il Pentotal. Questi valoti, per l'esperto hanno dato la certezza assoluta della somministrazione della
sostanza. "La corretta applicazione dell'eutanasia (morte dolce)", spiega nella perizia il dottor Fico, "prevede
la perdita di coscienza seguita dall'arresto cardio circolatorio e dalla perdita delle funzioni cerebrali. Una
buona tecnica deve minimizzare il dolore, lo stress e l'ansia che gli animali possono provare". Tutto ciò,
per l'esperto, non è avvenuto nel caso del canile di Cremona."
Il Pentothal, qui utilizzato per la sopressione", è spiegato nella perizia, "è un farmaco registrato per l'induzione
dell'anestesia generale da mantenere con anestetici gassosi, oppure per l'anestesia generale di breve durata (10,
20 minuti). In un protocollo di eutanasia, l'uso del Pentothal è previsto solo come anestetico profondo da
somministrazione prima dell'iniezione letale di Tanax, e non come farmaco esclusivo per causare la morte
dell'animale. Il Pentothal non è un farmaco eutanasico, e pertanto averlo usato a tale scopo non è legittimo.
Negli animali ai quali è stato somministrato il Pentothal non sono risultate essere in atto, al momento
della morte, patologie tali da giustificare la loro sopressione. Pertanto gli animali
sono stati soppressi, sia in violazione della normativa vigente che per quanto riguarda
la mancazna di requisiti di legge".
In molti casi, dunque, cani e gatti sono stati uccisi "senza una motivazione legittima e dopo
aver subito un traumatico contenimento fisico". "Alcuni animali soppressi con il Pentothal",
è scritto nella perizia, "presentano lesioni e traumi sottocutanei localizzati alle estremità
di tutti e quattro gli arti, compatibili con il tentativo di legarli nel forzato contenimento
fisico, pare con l'uso di corde o cappi appena prima dell'iniezione letale". "L'immobilizzazione
fisica", scrive Fico, "è stata violenza, tanto da causare ecchimosi, ematomi ed emorragie in gran
parte della superficie degli animali appena prima della loro morte". Un cane, addirittura, è morto
in seguito alla "conseguenza di un tentativo di contenimento fisico effettuato con violenza". "In
questo caso", secondo l'esperto, "probabilmente l'animale è morto per lo choc prima che gli venisse
praticata l'iniezione letale". 5 cani, invece, sono morti "in conseguenza dello choc determinato da
profonde ferite inferte da altri cani". Tra questi, anche un cucciolo morto sbranato. Di episodi
di aggressioni tra animali avevano parlato anche le volontarie, che a suo tempo, sentite in sede di
indagine, avevano raccontato raccapriccianti episodi di animali di piccola taglia, anche cuccioli,
sbranati da altri di grosse dimensioni dopo essere stati messi insieme nei recinti. "Altri cani", è scritto
nella relazione, "sono mroti nel tentativo di divincolarsi dai lacci, rimanendone vittime". Non solo:
nella perizia si parla anche di certificati di morte che raccontano di animali deceduti "in stato comatoso
in seguito ad ictus". Una causa, questa, smentita dall'autopsia di Fico, nella quale "l'esame necroscopico
non ha evidenziato alcuna lesione al cervello". "E' quindi evidente", conclude l'esperto, "che è stato
dichiarato il falso sulle cause di morte di alcuni animali". Oggi tutto questo verrà spiegato al giudice
Beluzzi, che due anni fa, all'inizio dell'inchiesta sulle presunte uccizioni e maltrattamenti contro gli
ospiti del rifugio di via Casello, aveva rigettato la richiesta di archiviazione e ordinato alla Procura
nuove indagini. Nell'inchiesta, indagati ci sono Maurizio Guerrini e Cheti Nin, i due ex responsabili
dell'Associazione Zoofili cremonesi, difesi dai legali Marco Soldi, del foro di Cremona, ed Ennio
Buffoli, di Brescia, la veterinaria Michela Butturini, assistita dall'avvocato Alessandro Nolli, e due
volontarie, Laura Gaiardi ed Elena Caccialanza, difese dal legale Stefania Amato di Brescia. Tutti devono
rispondere dei reati di uccisione e maltrattamento di animali, esercizio abusivo della professione medica,
abbandono di animali e abuso d'ufficio. Indagati anche due veterinari, il dottor Aldo Vezzoni, di Cremona,
e il collega di Madignano Graziano Pengo. Per l'accusa, Vezzoni avrebbe firmato ricette di quantitativi
sproporzionati di Pentothal Sodium. Il professionista, medico di riferimento scelto dall'Associazione
Zoofili cremonesi nella gestione del canile, avrebbe fornito parte del grosso quantitativo dei farmaci
senza poi verificarne l'utilizzo. Il dottor Pengo, invece, avrebbe certificato la morte mai avvenuta di
decine di cani. Nell'eventuale processo, la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, rappresentata
dall'avvocato del foro di Milano Gianluca Scagliotti, ha già fatto sapere di avere intenzione di
costituirsi parte civile.
Sara Pizzorni
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