UNA Cremona - I NAS sequestrano il canile di Cremona - marzo 2009

Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese


21 aprile 2010

La Provincia
mercoledì 21 aprile 2010

Indagine. Ieri udienza rinviata: il perito Rosario Fico sarà sentito il 18 maggio
Cani uccisi senza motivo al Rifugio Dalla perizia altre rivelazioni choc

Per questioni organizzative, ieri il gip Pierpaolo Beluzzi ha aggiornato al 18 maggio prossimo l'udienza, in cui sarà sentito il veterinario Rosario Fico, il perito che, nell'ambito dell'indagine sulle uccisioni dei cani al Rifugio di via Casello, ha eseguito l'autopsia su 32 carcasse e accertato come dodici cani su venticinque e due gatti su sette siano stati "soppressi senza motivo" con una iniezione dì Pentothal Sodium, farmaco non registrato in Italia come eutanasico, ma nel canile usato come tale. Quindi "in modo non legittimo". Fico ha accertato come in alcuni casi gli animali fossero stati immobilizzati in modo "violento e/o maldestro", probabilmente con corde, lacci e cappi, prima dell'iniezione letale. Durante l'esame necroscopico, il perito ha rilevato ecchimosi, emorragie e lesioni sottocutanee. "Pertanto — è scritto nella perizia — è legittimo sospettare che, prima che ai cani venisse praticata l'iniezione letale di tiopentale, essi venissero catturati e contenuti con sistemi abbastanza violenti". Ma dalla perizia spuntano altri particolari inquietanti relativi al perché alcuni cani furono uccisi in un canile comunale, gestito dall'Associazione zoofili cremonesi, con gli ex presidente e vicepresidente, Massimo Guerrini e Cheti Nin, accusati di uccisione di animali e di esercizio abusivo della professione veterinaria in concorso con le volontarie Elena Caccialanza e Laura Grazia Gaiardi e la veterinaria dell'Asl, Michela Butturini. Dai documenti sequestrati un anno fa dai carabinieri del Nas nel canile, risulta che un animale fu soppresso ufficialmente perché "non andava d'accordo con gli altri cani". Per Fico "una motivazione che non sembra rientrare fra quelle previste dalla legislazione". L'animale, come accerterà il perito, fu invece ucciso con l'iniezione di Pentothal. C'è poi un cane "non registrato nel canile" soppresso "a causa di un presunto 'stato comatoso da ictus' ". Ma "l'esame necroscopico non ha evidenziato lesioni al cervello", evidenzia Fico. Ancora, "quattro cani sono stati soppressi con il riopentale, ma dai registri del canile essi risultano: uno 'deceduto', uno 'trovato morto', uno trovato 'deceduto per collasso cardiocircolatorio', uno morto per parvovirosi". Conclude Fico: "Pertanto è evidente che è stato dichiarato il falso sulla reale causa di morte dei cani o è stato commesso qualche errore di trascrizione". Ma vi è di più. Il perito ritiene "degno di nota" il caso di un cane che la proprietaria dice di aver adottato nel marzo del 2002 e smarrito nel 2008 "perché fuggito da casa e non più ritrovato". Il caso "è degno di nota" per Fico, perché l'animale "ha uno stato di nutrizione non solo ottimale, ma addirittura grasso, il che presuppone che l'animale sia stato nutrito in maniera più che sufficiente sino a poco prima di essere soppresso. Di quattro cani e altrettanti gatti invece «non è stato possibile determinare con certezza la causa di morte, ma solo il meccanismo della morte, anche a causa di alterazioni post mortali che hanno inficiato le indagini collaterali di laboratorio. La ricerca di eventuali agenti patogeni è risultata negativa o ha evidenziato patogeni non necessariamente letali". "Noi ex dipendenti ci vergogniamo di aver lavorato per l'Associazione zoofili cremonesi. Noi sapevano che i cani sparivano, ma che cosa succedesse no. Ci davano sempre scuse diverse. E poi nel canile, a parte la Nin, ci lavorano ancora quelle persone che immobilizzavano i cani". Così Rita Brunelli, ex dipendente del canile licenziata con due colleghi e tre volontari da Federica Aroldi, attuale presidente dell'associazione adesso indagata per violenza privata. Erano tutti in tribunale, ieri, ex volontari e dipendenti che hanno fatto causa per quel licenziamento, accusati dalla Aroldi anche di aver «sparlato» del canile con Rosetta Facciolo, la presidente della sezione di Cremona della Lega per il cane, che denunciò le uccisioni ed è parte offesa nell'indagine. In tribunale la Facciolo ieri e arrivata con Francarita Catelani, lei presidente dell'associazione Uomo-Natura-Animali: "Ci auguriamo che la verità venga a galla, perché è una verità che aspettiamo da decenni". (f.mo)


La Cronaca
mercoledì 21 aprile 2010

Inchiesta canile di Cremona
"Cani morti per shock" e l'udienza dal gup salta
Per problemi organizzativi è slittato al 18 maggio l'esame del dottor Fico davanti al giudice Beluzzi. Tra le pagine della relazione emergono particolari cruenti sulla morte di alcuni animali ospiti della struttura comunale gestita dall'associazione Zoofili Cremonesi

Per problemi di natura organizzativa, è slittato a maggio l'esame del dottor Rosario Fico, l'esperto incaricato dal giudice Clementina Forleo di eseguire l'autopsia sulle 32 carcasse di cani e gatti sequestrate il 3 marzo dello scorso anno dai carabinieri del Nas dalle celle frigorifere del canile di Cremona. Ieri il giudic Pierpaolo Beluzzi ha aggiornato l'udienza al prossimo 18 maggio, giorno in cui il responsabile dell'Unità specialistica di medicina forense veterinaria illustrerà le cause della morte di ciascuno dei 32 animali esaminati (25 cani e 7 gatti), ospiti della struttura comunale di via Casello. "Gli esami di laboratorio", c'è scritto nella perizia, "hanno evidenziato che 12 cani su 25 sono stati soppressi con tiopentale (il farmaco Pentothal Sodium), e così 2 gatti su 7". "In nessun caso", evidenzia il dottor Fico, "è risultato essere stato iniettato l'embutramide (il farmaco Tanax). In nessun caso è stato trovato in questi animali un quadro anatomo patologico che giustificasse l'inoculo del tiopentale sia a scopo eutanasico che per l'uso per cui questo farmaco è registrato, ossia per indurre un'anestesia profonda". "Due cani trovati positivi al tiopentale", secondo l'esperto, "risultano, dai registri del canile, essere stati effettivamente sottoposti ad eutanasia, sebben questo termine è stato usato dagli operatori del canile in maniera impropria. Un cane è stato soppresso sulla base di una motivazione, così come risulta dai documenti del canile, che non sembra rientrare fra quelle previste dalla legislazione, e cioè che non andava d'accordo con gli altri cani. Un altro cane non registrato nel canile, invece, è stato sottoposto ad eutanasia a causa di un presunto stato comatoso da ictus, ma l'esame necroscopico non ha evidenziato lesioni al cervello". Nella perizia si parla anche di 4 cani che sono stati soppressi con il tiopentale, "ma dai registri del canile essi risultano deceduto, trovato morto, trovato deceduto per collasso cardiocircolatorio e morto per parvovirosi". "Pertanto", conclude Fico, "è evidente che è stato dichiarato il falso sulla reale causa di morte die cani o è stato commesso qualche errore di trascrizione". "5 cani", si prosegue nella relazione, "sono mroti in conseguenza dello shock determinato da profonde ferite da morso inferte da parte di altri cani, un cane è mroto in seguito allo shock conseguente a politrumatismi non causati da morsicature, ma probabilmente come conseguenza di un tentativo di contenimento fisico dell'animale effettuato in modo violento e/o maldestro. Il quadro delle lesioni sottocutanee è simile a quello di altri cani ritenuti positivi al tiopentale, pertanto è legittimo sospettare che prima che ai cani venisse praticata l'iniezione letale di tiopentale, essi venissero catturati e contenuti con sistemi abbastanza violenti da causare le lesioni riscontrate. In questo caso il cane è morto probabilmente per lo shock prima che gli venisse praticata l'ineizione letale. Di 4 cani e 4 gatti, invece, non è stato possibile determinare con certezza la causa di morte, ma solo il meccanismo della morte, anche a causa di alterazioni post mortali che hanno inficiato le indagini collaterali di laboratorio. La ricerca di eventuali agenti patogeni è comunque risultata negativa". 22 carcasse di cani su 25 sono risultate appartenere ad animali ricoverati presso il canile di Cremona. "3 cani tra quelli esaminati", segnala la perizia, "non corrispondono nella descrizione a soggetti presenti in canile. Questa mancata corrispondenza può essere spiegata o perché il loro segnalamento è stato fatto in maniera errata all'atto dell'ingresso in canile e tale errore non è stato mai corretto, oppure nel canile venivano soppressi cani su richiesta dei proprietari e quindi non era necessario registrarli. 2 di questi cani sono stati soppressi mediante iniezione di tiopentale. Tutti e 3 avevano mangiato lo stesso tipo di alimento che è stato trovato nello stomaco degli animali, per cui è presumibile che almeno qualche giorno essi siano stati ospitati nella struttura". "L'assenza di un'anagrafe felina", conclude il perito, "non ha invece reso possibile l'attribuzione delle carcasse a gatti sicuramente ospitati nel canile, essendo le descrizioni del mantello abbastanza sommarie. Tuttavia 2 di questi gatti sono stati soppressi con il tiopentale". Secondo l'accusa, l'Associazione Zoofili cremonesi, attraverso convenzioni e dietro pagamento, avrebbe anche ospitato animali provenienti da altre città. Ma poiché il canile di Cremona non poteva contenerli tutti, molti animali sarebbero stati soppressi senza motivo. Sul conto corrente dell'Associazione serano stati trovati circa 500 mila euro, ma l'indagine contabile, secondo i consulenti della Procura, non avrebbe rilevato particolari anomalie.
Sara Pizzorni

Le ex volontarie: "Ci vergognamo di avere lavorato per quell'associazione"
L'inchiesta sulle presunte uccisioni e maltrattamenti contro fli ospiti del rifugio di via Casello vede indagati Maurizio Guerrini e Cheti Nin, i due ex responsabili dell'Associazione Zoofili cremonesi, difesi dai legali Marco Soldi, del foro di cremona, ed Ennio Buffoli, di Brescia, la veterinaria Michela Butturini, assistita dall'avvocato Alessandro Nolli, due volontartie, Laura Gaiardi ed Elena Caccialanza, difese dal legale Stefania Amato di Brescia, e i due veterinari Aldo Vezzoni, di Cremona, e il collega di Madignano Graziano Pengo. Parte offesa è la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, rappresentata da Rosetta Facciolo, presente ieri all'udienza insieme alle ex dipendenti del canile licenziate da Federica Aroldi, attuale presidente dell'Associazione Zoofili Cremonesi, che gestisce la struttura. Nei confronti della Aroldi è stata formulata l'accusa di "violenza privata" per aver vesato e minacciato le ex dipendenti e i volontari perché ritenuti in parte responsabili di quanto stava accadendo all'interno del canile per avere avuto contatti con la Lega per la Difesa del Cane, i cui esponenti hanno sempre espresso critiche sulla gestione del canile da parte di Guerrini e della Nin. "Ci vergogniamo di aver lavorato per l'Associazione Zoofili", ha detto Rita Brugnelli, ex dipendente. "Noi sapevamo che i cani sparivano, ma non eravamo a conoscenza di dove finissero. Ogni volta ci davano una scusa diversa. Non si capisce proprio come mai il Comune abbia dato ancora fiducia all'Associazione. "Finalmente ora, dopo tanti anni, la verità verrà a galla", si è augurata Francarita Catelani, responsabile dell'Una, l'Associazione ambientalista Uomo natura animali. Il 18 maggio in udienza non mancheremo".
(s.p.)

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