UNA Cremona - I NAS sequestrano il canile di Cremona - marzo 2009

Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese


10 marzo 2009





La Cronaca di Cremona
martedì 10 marzo 2009
INCHIESTA CANILE
"Comune e associazione estranei"
Indagata la veterinaria Botturini

La Procura conferma le accuse. Sequestrate 100 confezioni di Tanax, quantitativo esagerato per l'utilizzo senza controllo medico: accertamenti anche su altri veterinari cremonesi. Non esistono documentazioni su 27 cani i cui resti sono stati ritrovati nella struttura di via Casello. Uccisi anche gatti e l'indagine si estende a canili di Parma e Urbino

A una settimana dal sequestro del canile comunale, la Procura parla. E lo fa confermando in tutto e per tutto ciò che fino ad oggi le cronache hanno riportato. Iscritti nel registro degli indagati ci sono tre persone: il presidente dell’associazione Zoofili Cremonesi, Maurizio Guerrini, la vice Ketty Nin, e la veterinaria dell'Asl, Michela Botturini, la dottoressa che aveva l’incarico di vigilare a livello sanitario sulla struttura di via Casello. Per i primi due le accuse, mosse dalla magistratura, sono maltrattamento animali e abuso dell'esercizio della professione medica. Per la veterinaria, omesso controllo.
LE ACCUSE. I due reati si sono concretizzati in modi differenti a seconda del ruolo dei soggetti coinvolti. Secondo gli inquirenti, i responsabili dell’associazione che ha la gestione del canile, avrebbero effettuato centinaia di abbattimenti di cani non regolari. Il perchè sarebbe racchiuso nell’ipotesi più verosimile sulla quale si sta indagando, quella economica. Guerrini e Nin, in base a una serie di convenzioni stipulate con il comune di Cremona e molti altri enti lombardi e di altre province, avrebbero accolto animali per incassare denaro. Ogni cane "valeva" tra i 200 e i 300 suro. Il denaro veniva versato sul conto intestato all’associazione, quello da 535mila euro che il pm Cinzia Piccioni, titolare dell’inchiesta, ha posto sotto sequestro. Si deciderà a breve se coinvolgere la Guardia di Finanza o consulenti terzi per analizzare anche altri conti e i bilanci dell’associazione. La maggior parte degli animali non arrivava neppure in via del casello: veniva uccisa e smaltita attraverso varie ditte specializzate. Nel 2006, secondo i dati in mano alla Procura, il canile comunale aveva mandato all’inceneritore 7.300 chili di carcasse. Nel 2007 si parla di 6mila chili in sei mesi. E’ però prematuro discernere tra abbattimenti fuorilegge e non. Così come lo è per le 32 carcasse (c’erano anche gatti, nel canile c’è anche il gattile) sequestrate martedì scorso dai Nas all’interno del canile. In attesa delle delle autopsie – non è ancora stato nominato un veterinario – è già certo, spiega la Procura, che solo per 5 animali è possibile risalire alla causa della morte e alla loro presenza nel canile. Per tutti gli altri non esistono documentazioni ne attestazioni rilevanti di veterinari. Non si capisce perché quegli animali fossero Cremona.
NON SOLO LA VETERINARIA OELL'ASL. E' a questo punto che entra in gioco la dottoressa Michela Botturini, veterinario dell’Asl che aveva il compito di controllare la gestione del canile da un punto di vista sanitario e garantire il benessere degli animali. Secondo le indagini, questa vigilanza non ci sarebbe stata, concretizzando il reato di omesso controllo. Negli uffici di via Casello sono stati sequestrati medicinali, un centinaio di confezioni di Pentotal e Tanax – usati per sedare e poi uccidere gli animali. Una quantità giudicata eccessiva dalla magistratura per l’utilizzo di un canile. Una quantità che avrebbe dovuto essere detenuta solo da un medico e non rilasciata a dei privati. Su questo punto è al vaglio la posizione della Botturini ma anche di altri veterinari cremonesi ai quali i due indagati si sono rivolti. I Nas nei prossimi giorni effettueranno accertamenti in questa direzione. Così come in altri canili della vicina provincia di Parma e della più lontana di Urbino. L'inchiesta è solo all'inizio e già si sta allargando alla Lombardia e ad altre regioni.
COMUNE ESTRANEO. La Procura ha deciso di parlare per precisare anche il ruolo del Comune di Cremona e dell’Associazione Zoofili Cremonesi, ora presieduta da Federica Aroldi: “Il comune si è affidato e fidato di un'associazione che ha una storia, un passato e dei meriti importanti per la città - hanno spiegato i magistrati inquirenti – Il comune è estraneo alla vicenda così come lo è l’associazione. E’ importante di stinguere tra responsabilità penale dei singoli e l'attività del gruppo che non è oggetto di investigazione”. Il sindaco è stato nominato custode giudiziale del canile, incarico delegato a due dirigenti comunali, Cinzia Vuoto e Tania Secchi. Quest'ultima ieri mattina era in procura con il direttore generale Vincenzo Filippini.

Bibiana Sudati
b.sudati@cronaca.it

Un giorno in Procura, tra Nas, legali di parte e dirigenti comunali
I primi a salire le scale della Procura sono stati i legali dei due indagati, gli avvocati Marco Soldi e Maria Laura Quaini. Un "faccia a facccia" con il pm Cinzia Piccioni e il procuratore capo Roberto di Martino, durato buona parte della mattinata. Al termine non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione, mantenendo la linea difensiva assunta dal 2 marzo: “Nessuna dichiarazione. L’indagine è in corso, quando il quadro sarà più chiaro forniremo i nostri elementi alla magistratura”. Una giornata intensa quella di ieri. Un via vai continuo di “protagonisti” della vicenda canile. Alle 11 è l’ora del comune. Nel corridoio che collega la cittadella della giustizia alla Procura passano il dirigente generale Vincenzo Filippini e la dirigente Tania Secchi alla quale è stata affidata per delega la custodia giudiziale della struttura di via Casello. L’incontro è durato poco più di un’ora. All’uscita i due dirigenti sembravano sollevati. “La convenzione con l’Associazione Zoofili Cremonesi al momento è stata mantenuta perché !a situazione è congelata – spiega Filippini – poi vedremo. Ricordiamo che si tratta di un sequestro "particolare" nel senso che di tratta di un canile, una struttura che ospita circa 350 animali che vanno curati ogni giorno. L’attività all’interno non può essere fermata, e continua grazie all'opera di volontari. Siamo in una situazione di emergenza ed ora dobbiamo gestire la cosa con i mezzi che abbiamo e possiamo utilizzare in base alle regole che la magistratura ci impone". Una delle ipotesi sul futuro della struttura è l'istituzione del “garante” degli animali, figura oggi inesistente a Cremona. Il canile può ricevere ancora cani: se qualcuno ne ritrovasse qualcuno abbandonato può sempre fare riferimento alla struttura comunale. Alla domanda sul ruolo del comune, sul perchè non ci sia accorti di quel che accadeva Filippini precisa “La stessa Lega per la Difesa del Cane che ha fatto partire l’inchiesta ha ammesso che le condizioni del canile di Cremona sono adeguate. La situazione è buon”. “il sovraffollamento c’è – ammette il dirigente – ma d’altra parte ce n’è anche nelle carceri. Spetta all’Asl verificare e stabilire questo aspetto”. Usciti i dirigenti è la volta dei Nas. Non si è trattato del “famoso” summit preannunciato, ma solo di un ulteriore incontro per ragguagliare il pm sugli ultimi sviluppi.

La Lega per la difesa del cane chiama a raccolta tutti gli animalisti
La Lega nazionale per la difesa del cane chiama a raccolta tutte le associazioni animaliste per parlare del canile di Cremona, per fare il punto sulla situazione e formare fronte comune. Gli obiettivi dell'incontro sono molteplici. Il più importante è quello etico: "Vogliamo che siano chiare le nostre intenzioni - ha spiegato la presidente della sezione di Cremona, Rosetta Facciolo, che con la sua denuncia in procura ha fatto scattare l'indagine - Non esiste alcuna querelle tra noi e L’associazione Zoofili Cremonesi. Non vogliamo mettere le mani sul canile come qualcuno ha sostenuto. Quello che ci preme è la salute e il benessere dei cani e dei gatti che vivono nella struttura. Se stanno bene è grazie ai tanti volontari che ancora oggi si stanno dando da fare, mossi dal vero amore per gli animali". Ecco dunque la necessità di coinvolgere anche altre associazioni: "Vogliamo creare sinergie - si legge nel comunicato inviato dalla sede nazionale - e mettere sul tappeto una serie di proposte. L'iniziativa si colloca nella prospettiva si individuare una soluzione comune al “problema” . La finalità è quella di creare una coalizione rispetto al caso - canile di Cremona - condividendo "il problema", i percorsi e le soluzioni. L'incontro si terrà alle 21 in Sala Zanoni, via del Vecchio Passeggio 1



La Provincia
martedì 10 marzo 2009
Il rifugio sequestrato
Inchiesta avanti a ritmo serrato: a carico di Michela Butturini l'ipotesi di accusa di 'omesso controllo ' Nel blitz trovate 32 carcasse: 30 di cani e due di gatti


LA VICENDA
IL SEQUESTRO

Martedì 3 marzo i carabinieri del Nas sequestrano il canile di via Casello.
GLI INDAGATI
Maurizio Guerrini e Ketty Nin, presidente e vicepresidente dell'associazione Zoofili Cremonesi che gestisce il rifugio sono indagati per 'esercizio abusivo della professione sanitaria' Al vaglio la posizione della veterinaria dell’Asl referente del canile
L'INCHIESTA
I carabinieri, coordinati dalla procura, stanno indagando sia sul filone relativo alle presunte soppressioni di animali sia sui conti del canile: è sotto sequestro un deposito bancario di oltre 500mila euro

Canile, terzo indagato
È la veterinaria dell'Asl

di Mauro Cabrini
Maurizio Guerrini e Ketty Nin, presidente dimissionario e vice-presidente dell'Associazione Zoofili Cremonesi, l'uno e l'altra indagati per 'uccisione e maltrattamento di animali' e per 'esercizio abusivo della professione sanitaria' non sono le uniche due persone sottoposte ad accertamenti nell'ambito dell'inchiesta che ha portato al sequestro del canile: è inquisita anche Michela Butturini, il medico veterinario dell’Asl referente per il rifugio che avrebbe dovuto vigilare sulla struttura ma che, stando almeno all'ipotesi dell'accusa, non lo avrebbe fatto o lo avrebbe fatto solo parzialmente. Nei suoi confronti, si suppone il reato di ‘omesso controllo'. Va così delineandosi, a una settimana dalla prima perquisizione eseguita dai Nas nel presidio a ridosso della tangenziale, il quadro di un'indagine che comunque sta muovendo i primi passi, che essendo complessa e delicata ha bisogno di ulteriori approfondimenti e che appare destinata ad allargarsi. A fare il punto della situazione ieri, confermando ufficialmente la sostanza delle indiscrezioni riguardanti l'impianto accusatorio emerse negli ultimi giorni, e comunque sempre raccolte da fonti investigative, è stata la procura. Con una premessa: «I riscontri raccolti sino ad ora — ha puntualizzato chi coordina l'apparato inquirente — configurano responsabilità penali personali e circoscritte e non dell'associazione in quanto istituzione. Adesso il nostro obiettivo è quello di lavorare per appurare se fatti che sino ad ora si stanno appalesando come reati, lo siano realmente stati nei fatti. E sarà un lavoro lungo. Da sviluppare su più fronti».
Gli indagati. L'illecito più grave contestato a Maurizio Guerrini e Ketty Nin, formulato sulla base di quasi nove mesi di attività investigativa, innescata da un esposto presentato ai carabinieri dalla 'Lega Nazionale per la Difesa del Cane' e dalle segnalazioni inoltrate agli stessi militari da una decina di privati, è l'uccisione irregolare, e «sistematica», degli animali, «Il numero preciso? In questo momento è solo supponibile — hanno riferito in procura—. E comunque preferiamo restare cauti perché rischieremmo, in difetto piuttosto che in eccesso, di incappare in errore. La documentazione di cui siamo in possesso attesta, comunque, che nel 2006, in imprese diverse, sono stati smaltiti 7300 chili di carne animale proveniente da Cremona». Una cifra che deve essere apparsa anomala. E che ha lasciato presumere abbattimenti eccessivi, non strettamente necessari o, comunque, al di fuori delle prescrizioni di legge. Motivo presunto: in quel modo, in un centro di ricovero gravato da un soprannumero di ospiti a quattro zampe, si sarebbe liberato spazio per poterne ricevere altri, incassando così la quota—fra i 200 e i 300 euro a capo a seconda delle convenzioni— che i comuni devono versare per ogni 'accoglimento'. Alla Butturini, che ricopriva per conto dell'Asl un ruolo di controllo relativo proprio alle soppressioni e alla preventiva somministrazione di farmaci, si imputa di non avere prestato adeguata attenzione.
I numeri del sequestro. Lo scorso martedì, quando gli specialisti del nucleo Antisofisticazione hanno effettuato il loro primo sopralluogo fra gabbie e ufficio di via Casello, hanno trovato confezioni di Pentotal Sodium e Tanax (medicinali abitualmente utilizzati per assopire e ammazzare) «in quantità consistente» e 32 carcasse chiuse in sacchi dell'immondizia dentro una cella frigorifera. Trenta erano di cani e due di gatti. «Non sappiamo come e perché sono morti e lo accerteranno le autopsie, ancora da compiere». Di sicuro, solo cinque di quegli animali erano accompagnati dagli incartamenti che la legge richiede in caso di soppressione.
Il conto corrente. È depositato in una banca della città, è effettivamente stato sequestrato e ha un saldo pari, esattamente, a 535mila euro: una somma giudicata «sorprendentemente ingente» per un gruppo che, se è vero che può contare su sovvenzioni di una certa rilevanza, è altrettanto vero che non dovrebbe avere scopo di lucro. La documentazione bancaria è al vaglio e non si esclude il ricorso alla Guardia di Finanza, o a consulenti esterni, per analizzarne con precisione i movimenti.
Gli sviluppi. L'attenzione è ora rivolta ai legami tra alcuni canili del Nord (lombardi soprattutto) e anche del centro Italia con quello cremonese. Obiettivo: stabilire quanti animali siano transitati da una parte all'altra e capire, anche spulciando il registro degli affidi, dove siano finiti. O che fine abbiano fatto.

La difesa. I legali di Maurizio Guerrini e Ketty Nin preferiscono mantenere la linea del silenzio. In tanti schierati al fianco dei volontari
Gli avvocati insieme in tribunale: 'No comment' all'uscita
Così come i loro assistiti Maurizio Guerrini e Ketty Nin, che dal giorno del sequestro del Rifugio rimangono chiusi nel silenzio, anche i legali difensori continuano a preferire la linea del riserbo. Nessuna dichiarazione nemmeno ieri mattina, da parte degli avvocati Marco Soldi e Maria Laura Quaini: di fronte ai cronisti, scansati i taccuini con cortesia ma con decisione, sono quasi 'scappati' verso l'uscita del Tribunale. Di sicuro erano appena stati in procura e, di conseguenza, è facilmente deducibile ci fossero transitati proprio per discutere del caso canile. In mancanza di diretta conferma, però, è una semplice, seppure verosimile, congettura. E la sola posizione ufficiale rimane quella rilasciata poche ore dopo il provvedimento di sequestro: «Confermiamo le ipotesi di accusa di 'uccisione e maltrattamento di animali' e di 'esercizio abusivo della professione sanitaria' — si erano limitati a dire — ma essendoci un'indagine in corso, coperta dal segreto istruttorio, non possiamo aggiungere altro. Alla magistratura verranno comunque forniti tutti gli opportuni chiarimenti». Così, gli unici a schierarsi apertamente al fianco degli ex principali responsabili dell'Associazione Zoofili Cremonesi, ora affidata al controllo di Federica Aroldi, rimangono i tanti che col canile hanno avuto che fare — come volontari, come richiedenti di un cane in affido o per un semplice passaggio — e che ora faticano a credere a quel che sostiene l'accusa.

GIOVEDI’ INCONTRO
E domani il 'caso' al ministero

Intanto, mentre l'inchiesta prosegue a ritmo serrato, l'associazione che con il suo esposto l'ha di fatto innescata, ossia la 'Lega Nazionale per la Difesa del Cane' sezione di Cremona, organizza un incontro che si terrà giovedì, a partire dalle 21, presso la sala ZanonI del Comune, in via Del Vecchio Passeggio. 'Uniti per confrontarsi, discutere, trovare soluzioni comuni alla gravità del 'caso—canile di Cremona' sta scritto sul depliant di invito. Lo scopo della riunione, stando a Quanto spiegato, è quello di individuare proposte in grado di facilitare «sinergie possibili» per affrontare la vicenda. Era stato lo stesso gruppo animalista, nei giorni scorsi, ad annunciare l’intenzione di informare il ministero della Salute. Laura Rossi, presidente della Lega, lo aveva assicurato al termine dell'incontro in municipio con il sindaco Gian Carlo Corada e i suoi collaboratori «Abbiamo già inviato la documentazione su quanto accaduto — aveva riferito —. Al Ministero è in programma la riunione di un gruppo ristretto di cui facciamo parte e in quella sede illustreremo le nostre deduzioni». Il confronto è previsto per domani.

IN PROCURA
'Indagini sulle persone: L'Associazione Zoofili e l'amministrazione comunale estranee '
Filippini: «Tuteliamo l'ente e gli animali»

La procura è stata chiara: l'attività investigativa che si sta compiendo è relativa alle persone e non alle istituzioni. Significa, nella sostanza, che si eseguono accertamenti su presunte responsabilità personali all'interno del Rifugio e non in generale su chi lo sta gestendo o su chi ha concesso la convenzione ai gestori: dunque, né sull'Associazione Zoofili Cremonesi né sull'amministrazione comunale. Che restano estranee all'inchiesta. E in procura, a tutelare l'una e l'altra, ieri mattina sono arrivati il segretario generale del Comune Vincenzo Filippini e la responsabile dell'economato Tania Secchi, delegati dal sindaco Gian Carlo Corada, insieme a Cinzia Vuoto, della custodia giudiziale del canile. Filippini e Secchi hanno incontrato il sostituto procuratore titolare dell'indagine, Cinzia Piccioni. Ed è stato un confronto di oltre un'ora: alle 11.20 segretario e dirigente hanno salito le due rampe di scale che conducono all'ufficio del magistrato, alle 12.35 le hanno ridiscese. Ha parlato Filippini: «E' stata una discussione serena — ha assicurato —. A tutti, prima di ogni altra cosa, sta a cuore il funzionamento della struttura e la salute dei 350 animali che vi sono attualmente ricoverati. L'attività prosegue regolarmente e anche l'accoglienza è garantita. Non pensiamo assolutamente di sospendere la sinergia con l'Associazione Zoofili perché significherebbe mettere a rischio il presidio e non siamo certo di fronte a un immobile che, in presenza di un provvedimento giudiziario, si può chiudere punto e basta. Inoltre, il nostro legame è con l'ente e non con le persone che risultano attualmente indagate. Il controllo esercitato dal Comune negli anni? Adeguato. Dite che, però, c'erano cani in soprannumero? Beh, anche le carceri sono sovraffollate», (mac)




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