Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese
Il Piccolo
venerdì 17 dicembre 2010
Secondo il Pm Piccioni uccidevano gli animali e lucravano sullo smaltimento delle carcasse
Canile, chiuse le indagini: sette gli indagati per maltrattamenti
La vicenda era uscita alla luce grazie a un esposto della Lega nazionale del cane
Si configurerebbe anche il reato dì abuso d'ufficio
di Sara Pizzorni
Il pm Cinzia Piccioni ha chiuso le indagini sulle uccisioni e sui maltrattamenti che si sarebbero verificati al canile comunale di Cremona. Sei le persone
indagate con le ipotesi di reato di maltrattamenti, uccisioni di animali reiterate nel tempo e senza giustificazione alcuna e al di fuori dei casi
tassativamente previsti dalla legge, esercizio abusivo della professione veterinaria e abuso in atti di ufficio. Al centro dell'inchiesta i due ex
responsabili dell'Associazione Zoofili cremonesi, M.G. e C.N., la veterinaria M.B., due volontarie, L.G. ed E.C., e il veterinario A.V. In particolare, per
M.G. il pm ha ipotizzato il reato di maltrattamenti, mentre per il veterinario A.V. l'abuso in atti di ufficio. Gli altri risultano indagati per uccisioni
di animali e per esercizio abusivo della professione veterinaria. Secondo l'accusa, il veterinario, difeso dall'avvocato Cesare Gualazzini, avrebbe
firmato ricette di quantitativi sproporzionati di farmaci utilizzati per l'eutanasia di animali ormai in fin di vita che sarebbero stati iniettati su
animali perfettamente sani. Il professionista, indicato come medico di riferimento dell'Associazione Zoofili nella gestione del canile, avrebbe fornito
parte del grosso quantitativo dei farmaci senza poi verificarne l'utilizzo. Sulla posizione del veterinario, l'avvocato Gualazzini ha già annunciato
battaglia. "Per essere accusati di abuso d'ufficio" ha spiegato "è necessario avere la qualifica di pubblico ufficiale. E il mio cliente non ha mai avuto
questo ruolo in relazione al canile ha dato una mano gratuitamente, non era certo un pubblico ufficiale". Tutta la vicenda del canile ha preso avvio da un
esposto del giugno del 2007 presentato dalla Lega nazionale per la difesa del cane dopo la morte di un cane abbandonato, entrato in ottime condizioni di
salute ed uscito nel giro di poco tempo in un sacco nero. In sostanza, nel canile di Cremona si sarebbero verificati abbattimenti di animali non necessari,
o comunque al di fuori delle prescrizioni di legge. Cosi facendo, in una struttura gravata da un eccessivo numero di cani e gatti, si sarebbe liberato
spazio per poter accogliere altri animali e per poter così incassare la quota, tra i 200 e i 300 euro, che i comuni devono versare. L'Associazione Zoofili
cremonesi, che ora è presieduta da F.A., è legata al Comune per via di una convenzione decennale e svolge il servizio per conto dell'Asl di Cremona. Tra
l'Asl e il comune c'è poi un'altra convenzione triennale che regola il rapporto. L'Associazione Zoofili riceve circa 20mila euro l'anno per lo smaltimento
delle carcasse. Secondo i dati in possesso della Procura, nel 2006 il canile comunale aveva mandato all'inceneritore 7.300 chili di carcasse, mentre nel
2007, 6.000 chili in sei mesi. In base alle denunce depositate in Procura, inoltre, gli animali uccisi sarebbero stati smaltiti attraverso altri canili,
oltre a quello ufficiale della ditta specializzata di Castelverde. Al momento del Sequestro del canile, i carabinieri del Nas avevano trovato nelle celle
frigorifere le carcasse di 32 animali e negli armadietti dosi eccessive di Pentothal Sodium e Tanax. La Procura aveva confermato il sequestro del conto
corrente, 535.000 euro depositati in una banca cittadina, un saldo ritenuto dagli investigatori "molto alto per un'associazione con fini di lucro".
Di somministrazione di Pentothal Sodium senza alcuna necessità, crudeltà, violenze e torture sugli animali, falsità sui certificati di morte, aveva parlato
nella sua perizia il dottor Rosario Fico, l'esperto incaricato dal giudice di eseguire l'autopsia sulle 32 carcasse di cani e gatti sequestrate il 3 marzo
dello scorso anno dai carabinieri del Nas. Il responsabile dell'Unità specialistica di medicina forense veterinaria aveva illustrato al magistrato le cause
della morte di ciascuno dei 32 animali esaminati (25 cani e 7 gatti), tutti ospiti della struttura comunale di via Casello. 13 cani su 25, secondo i
risultati della perizia, sono stati uccisi con il farmaco anestetico Pentothal Sodium "senza che vi fosse necessità". Lo stesso medicinale, usato
nell'induzione dell'anestesia generale, sarebbe stato somministrato, sempre senza motivo, anche su 2 dei 7 gatti che il perito ha esaminato. I 12 cani e i
2 gatti morti, in sostanza non erano affetti da patologie tali da giustificare la loro soppressione. "Alcuni animali soppressi con il Pentotal", è scritto
nella perizia, «presentano lesioni e traumi sottocutanei localizzati alle estremità di tutti e quattro gli arti, compatibili con il tentativo di legarli
nel forzato contenimento fisico, pare con l'uso di corde o cappi appena prima dell'iniezione letale". "L'immobilizzazione fisica" scrive Fico, "è stata
violenta, tanto da causare ecchimosi, ematomi ed emorragie in gran parte della superficie degli animali appena prima della loro morte". Un cane sarebbe
morto in seguito alla "conseguenza di un tentativo di contenimento fisico effettuato con violenza. In questo caso" secondo l'esperto, "probabilmente
l'animale è morto per lo choc prima che gli venisse praticata l'iniezione letale". 5 cani, invece, sono morti "in conseguenza dello choc determinato da
profonde terite inferte da altri cani. Tra questi, anche un cuccialo morto sbranato. "Altri cani" è scritto nella relazione "sono morti nel tentativo di
divincolarsi dai lacci, rimanendone vittime". Non solo, nella perizia si parla anche di certificati di morte che raccontano di animali deceduti
«in stato comatoso in seguito ad ictus». Una causa, questa, smentita dall'autopsia di Fico, nella quale «l'esame necroscopico non ha evidenziato alcuna
lesione al cervello» "E' quindi evidente" conclude l'esperto, "che è stato dichiarato il falso sulle cause di morte di alcuni animali".
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