Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese
La Provincia
giovedì 5 aprile 2012
Canile, lettere e polemiche Tentativo per voltare pagina
Un'altra lettera al Comune sul canile. Stavolta l'ha inviata la Lega nazionale
per la difesa del cane che lancia accuse in particolare anche contro l'assessore
Francesco Bordi 'unico a non accorgersi' - secondo il contenuto della
lettera - di cosa quadra e cosa non quadra. A dire il vero, non è una novità,
nel senso che da tempo la Lega per la difesa del cane ha un atteggiamento
polemico verso il Comune oltre che verso l'Associazione zoofili.
Sta di fatto che l'assessore Bordi anche in questi giorni ha preferito badare meno
alle parole e più ai fatti, sottolineando i risultati ottenuti in questi anni
e il buon lavoro portato avanti al canile - confermato anche dall'Asl -
in virtù del quale il numero dei cani ospitati (che rappresentava uno dei
punti deboli della struttura) si è più che dimezzato, passando da 500 a 170, con
evidente miglioramento delle condizioni.
Resta pendente, tuttavia, la questione Cheti Nin: l'ex vice presidente, finita
al centro dell'inchiesta giudiziatia per maltrattamenti e uccisione di animali,
ha provocato un vero e proprio putiferio con il suo recente rientro
all'assemblea dei soci e, di fatto, al canile.
Dodoci soci e volontari hanno inviato la scorsa settimana una lettera
dai toni dui e perentori: dicono che così non si può andare avanti e che
questo atteggiamento della Nin, a prescindere dal giudizio sulla sua
vicenda, finisce per penalizzare ed inficiare quanti di buono è stato
portato avanti in questi anni. Morale: in questi giorni sono in corso
incontri di chiarimento tra i responsabili dell'Associazione zoofili che
gestisce il canile e i rappresentanti dell'amministrazione comunale.
Inoltre martedì sera si è svolto un altro incontro
interno all'associazione per cercare una via d'uscita da una situazione che
assomiglia sempre più a un vicolo cieco. E forse la mossa
che potrebbe sbloccare la vicenda è stata individuata se, come dicono alcune
voci, la stessa Nin potrebbe aver maturato l'idea di defilarsi almeno fino
a quando il suo iter giudiziario non sarà definito.
Va infine aggiunto che il contro dell'Associazione zoofili riporta un saldo
ancora importante (circa 250mila euro). Il Comune peraltro ha programmato
interventi di ristrutturazione: è di 520mila euro il costro complessivo
dell'intervento che verrà realizzato in più lotti. La Regione ha stanziato
50mila euro. Un nuovo canile sanitario, nuovi box, aree per il movimento
degli animali sono solo alcuni degli interventi previsti. (fe. sta.)
LICENZIAMENTO SENZA PREAVVISO E IMMEDIATO
Minacce a dipendenti, presidente e vice a processo
Dal marzo al settembre del 2009, nel pieno "caso canile", per il procuratore
Roberto di Martino alla presidente e alla ex vice presidente dell'Associazione zoofili
cremonesi che gestisce il Rifugio del cane, non stava bene che tre dipendenti,
due donne e un uomo, collaborassero con i carabinieri del Nas impegnati nell'indagine
scandalo sulle presunte uccisioni di animali con crudeltà e senza necessità all'interno
della struttura comunale. E non stava loro bene che i dipendenti avessero
contatti con la Lega nazionale del cane. Insomma, 'o smettete o vi licenziamo'.
Il licenziamento arrivò l'11 settembre, senza preavviso e con effetto
imemdiato. Venne poi impugnato dai dipendenti. Con le accuse di minaccia
e tentata violenza privata, il procuratore di Martino ha firmato il decreto di citazione
diretta a giudizio, mandando a processo Federica Aroldi e Linda Lucarini,
presidente ed ex vicepresidente dell'Associazione zoofili cremonesi. Il
processo è fissato per il 13 giugno prossimo. Il capo di imputazione
racconta che la presidente Aroldi e l'ex vice presidente Lucarini avrebbero
minacciato "un danno ingiusto" a Maria Grazia Casanelli, Rita Brunelli
e al romeno Pompilica Soitaru, "intimando loro che se non avessero
smesso di collaborare con le forze di polizia, e segnatamente con i carabinieri
del Nas di Cremona, nonché di avere contatti con gli esponenti della Lega nazionale del
cane, avrebbero subito gravi conseguenze". E tra le 'gravi conseguenze',
il procuratore scrive "in particolare il mancato rinnovo del contratto di lavoro".
Se avessero voluto conservare il loro posto, le dipendenti avrebbero anche
dovuto smentire, firmando una dichiarazione, il contenuto dell'esposto
che Rosetta Facciolo, della Lega nazionale del cane, presentò in Comune.
Il capo di imputazione parla anche di atti intimidatori e ritorsivi,
come "le contestazioni disciplinari" e le "sospensioni dal lavoro" che
Aroldi e Lucarini avrebbero fatto ai dipendenti per indurli "a più miti
consigli". Atti "culminati nei licenziamenti intimati, senza preavviso
e con effetto immediato, l'11 settembre del 2009". Analoghi comportamenti ritorsivi
e intimidatori, Aroldi e Lucarini avrebbero tenuto anche nei confronti di
tre volontarie del canile, Luigina Bruni, Daniela Boccali ed Emanuela Adami,
alle quali "le imputate tentavano di far denunciare Rosetta Facciolo".
Dipendenti e volontari si costituiranno parte civile. Tempo fa, i dipendenti
impugnarono il licenziamento e portarono la presidente Aroldi davanti al
giudice del lavoro. La causa venne poi transata. (f.mo.)
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