UNA Cremona - I NAS sequestrano il canile di Cremona - marzo 2009

Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese


La Provincia
mercoledì 19 giugno 2013

Canile a processo. Presunte uccisioni senza motivo. A casa di Cheti Nin cartellini e farmaci
"Offerte per l'eutanasia"
Il maresciallo del Nas: 'Trovati quaderni con contabilità parallela'
Nel rifugio, tra il 2001 e il 2008, "un'abnorme quantità di carcasse"

di Francesca Morandi
Dal 2001 al 2008 "sono stati smaltiti 80.993 chilogrammi di carcasse pari a 3.848 cani. Un dato abnorme". Prima del sequestro, "nel canile morivano in media due, tre cani al giorno"; dopo il sequestro "due, tre cani al mese". E prima del sequestro, morivano anche "tanti segugi che dopo anni di onorato servizio, venivano portati lì dai cacciatori". E' successo ad Elsa ed Irma, segugi uccisi "senza motivo" nel 2005 come Jon, pastore tedesco, e due rottweiller. "Sembrava che tra la gente ci fosse la consapevolezza che lì si praticasse l'eutanasia". Ma "l'eutanasia deve essere eseguita solo ed esclusivamente da un veterinario che deve registrare il decesso in un apposito registro, nel quale va specificato il motivo: o una malattia incurabile o l'aggressività estrema oppure la troppa sofferenza". Invece, "tra la documentazione sequestrata, abbiamo trovato una contabilità parallela, quaderni con annotate le offerte fatte per l'eutanasia: dai 30 ai 50 ai 110 euro". Rivelazioni choc che Umberto Giannini, maresciallo capo dei carabinieri del Nas, ieri ha consegnato al processo aperto dal presidente Pio Massa (giudici a latere Andrea Milesi e Francesco Sora) sulle presunte uccisioni di animali "senza che ve ne fosse motivo" avvenute tra il 2005 e il 2009 nel Rifugio del cane con l'uso di due farmazi: Tanax e Pentothal Sodium. Il 2009 è l'anno in cui è cominciata "l'indagine complessa" che ha portato sul banco degli imputati Maurizio Guerrini e Cheti Nin, gli ex presidente e vice dell'Associazione Zoofili Cremonesi che per conto del Comune gestisce il canile, le volontarie Elena Caccialanza e Laura Gaiardi e Michela Butturini, veterinaria dell'Asl referente del canile. Un'indagine "complessa", ha evidenziato il maresciallo capo dei Nas, testimone del pm Fabio Saponara, perché nel canile strutturato per ospitare "280-300 animali, provenienti anche da fuori provincia e fuori regione, ne sono stati ospitati il 30, 40 per cento in più con tutti i rischi di sbranamento", perché "non tutti i cani che entravano e uscivano dalla struttura venivano registrati", perché "molti cani deceduti non sono stati registrati presso la struttura". Anzi, "di molti di loro non si conosceva la storia, perché non venivano tracciati e della loro esistenza si è appreso soltanto perché abbiamo sequestrato più di mille cartellini identificativi". Alcuni cartellini, i carabinieri del Nas li hanno trovati nel Rifugio del cane, "la maggior parte a casa di Cheti Nin, chiusi in sacchetti di cellophane nello studio", mentre "nell'armadio del soggiorno abbiamo trovato due confezioni integre e una parzialmnte usata di Tanax, una parzialmente usata di Pentothal". "Elementi gravi, precisi e conconrdanti in relazione alle uccisioni di animali", Giannini li ha ricavati "dallo smaltimento delle carcasse all'inceneritore, i cui oneri erano a carico del Comune, che a sua volta si avvaleva di ditte individuali". Funzionava così. "Le carcasse venivano messe nella cella frigo e poi smaltite, dal 2005 all'inceneritore di Polesine Parmense". E' Un elenco macabro quello che l'inquirente ha letto in aula. "Facendo una media del peso ponderale, abbiamo calcolato che nel 2001 sono stati smaltiti 16.149 chili di carcasse pari a 801 cani, 17.088 nel 2002 (854 cani), 13.275 nel 2003 (663 cani), 11.706 nel 2004 (585 cani), 7.625 nel 2005 (381 cani), 7.300 nel 2006 (365 cani), 4.600 nel 2007 (230 cani) e 3.250 nel 2008 (163 cani)". Un "abnorme quantitativo" se si considera che "il canile poteva ospitare 280-300 animali". Numeri che si ridimensionano nei sette mesi successivi al blitz nel Rifugio, "Dal 3 marzo del 2009, giorno del sequestro, al primo svuotamento della cella, avvenuto in ottobre, c'erano 19 carcasse". Per Giannini, "un numero fisiologico: due, tre cani al mese".

'Prezzario per le vaccinazioni. Dai 5 ai 70 euro con i richiami'
'Tanax e Pentothal Sodium tra le scope e i detersivi'
Nel Rifugio del cane c'era un prezzario: "Dai 5 ai 70 euro per le vaccinazioni e i richiami. Le vaccinazioni erano di competenza del veterinario, ma dai nostri accertamenti, sono state fatte da Cheti Nin e dalle due volontarie". Così il maresciallo capo dei Nas, Umberto Giannini, in relazione all'accusa di esercizio abusivo della professione veterinaria contestata all'ex vice presidente dell'Associazione, a Laura Gaiardi ed Elena Caccialanza. Capitolo farmaci. Giannini ha parlato degli accertamenti fatti presso il distributore farmaceutico dove si riforniva di Tanax e Pentothal Sodium l'Associazione Zoofili Cremonesi. "In sette anni sono state ordinate 2.710 confezioni, un quantitativo abnorme di medicinali con cui avrebbero potuto essere soppressi oltre mille cani". Il 3 marzo del 2009, giorno dell blitz e delle perquisizioni nel Rifugio del cane e nelle abitazioni di Maurizio Guerrini e di Cheti Nin, nell'infermeria del canile, "che chiamarla infermeria è un eufemismo", furono sequestrati "sei flaconi di Pentothal, tre integri e tre no". mentre in un deposito, "tre le scope e i detersivi, sequestrammo quattro scatoloni con 44 confezioni integre di Pentothal" e "in una altra parte del canile cinque confezioni integre di Pentothal, cinque integre di Tanax, una parzialmente usata di Tanax". Circa le prescrizioni, Giannini ha spiegato che "le ricette venivano firmate dal dottor Aldo Vezzoni, veterinario responsabile sanitario della struttura". Accusato di abuso d'ufficio "per aver prescritto in quantità rilevanti Tanax e Pentothal senza accertarne il legittimo utilizzo e le modalità di custodia", Vezzoni è già uscito dal processo in udienza preliminare, prosciolto dal gup Letizia Platè. Ieri, non nascondento un po' di imbarazzo, Giannini ha affermato che "in maniera estremamente superficiale Vezzoni ha firmato o ha fatto firmare ai suoi collaboratori questo abnorme numero di ricette". Il processo riprenderà il prossimo 3 dicembre. (f.mo.)

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