Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese
La Provincia
sabato 17 maggio 2014
Caso canile. La commercialista: nessun passaggio di denaro dall’Associazione ai conti di Nin
«La contabilità era in ordine»
Prima il muratore che ha eseguito
numerosi lavori all’interno
del Rifugio del cane, poi la commercialista
che ha analizzato i
conti dell’Associazione Zoofili
Cremonesi: «La contabilità era
in ordine».
Ieri in tribunale si è scritto un altro
capitolo del «caso canile» il
processo sui presunti maltrattamenti
e sulle presunte uccisioni
di animali e di intere cucciolate
«per crudeltà e senza necessità»
secondo il pm Fabio Saponara
avvenute tra il 2005 e il marzo
del 2009.
Nell’udienza di ieri si è parlato
di soldi, conti correnti, contabilità.
L’avvocato Ennio Buffoli,
legale di Ketty Nin, l’ex vice presidente
dell’Associazione Zoofili
Cremonesi che aveva (ed ha)
in gestione il canile comunale in
forza di una convenzione, ha dimostrato
al tribunale, attraverso
i suoi testimoni, come la contabilità
fosse in ordine e come
non vi sia mai stato una migrazione
di denaro dai conti dell’associazione a quelli personali di
Ketty Nin. Per quanto riguarda i
lavori eseguiti al canile, a fronte
di fatture per 50 mila euro, il muratore
Renato Pedrazzini ha fatto
verbalizzare di aver «effettivamente
riscosso 117mila euro,
di cui una parte ‘in nero’». Paola
Ferrari è la commercialista di
Milano che nella sua precisa narrazione
consegnata al presidente
Pio Massa e ai giudici Andrea
Milesi e Francesco Sora, su domanda
dell’avvocato Buffoli, ha
confermato che non vi è mai stato
passaggio di denaro dall’Associazione ai conti correnti personali
dell’ex vice presidente Nin.
«La contabilità era in ordine».
Nata dalla denuncia della Lega
per la difesa del cane, l’inchiesta
culminò ai primi di marzo del
2009 con il sequestro del canile.
Ma quella non fu la prima denuncia.
In precedenza, la Lega
ne aveva presentata un’altra ,
sempre per presunti maltrattamenti
e uccisioni di animali. Come
ha spiegato Alessio Maraschi,
della polizia giudiziaria, allora,
furono sentite la volontaria
Luigina Bruni, la veterinaria Michela
Butturini e venne «controllata
» la relazione dei carabinieri
del Nas. Le carte dell’indagine furono esaminate dal pm
Francesco Messina. Quella prima
volta, il caso fu archiviato. Il
processo riprenderà il 24 giugno,
quando saranno sentiti altri
testimoni delle difese, mentre il
21 ottobre la parola passerà agli
imputati che da quando è esploso
il caso, negano le accuse.
(f.mo.)
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