UNA Cremona - I NAS sequestrano il canile di Cremona - marzo 2009

Cronaca del sequestro del canile di Cremona operato dai NAS
Fonte: stampa cremonese


La Provincia
mercoledì 25 giugno 2014

Rifugio del cane. Ieri udienza dedicata si testimoni a favore degli impurtati. "Pentothal e Tanax? Mai visti"
'Nessuna uccisione ingiustificata'
Ex volontari scagionano Nin. Cause: gastroenterite o vecchi
di Francesca Morandi

Il canile comunale era sì sovraffollato, ma di "uccisioni ingiustificate di animali" non hanno mai sentito parlare né Michela né Fausto. Educatrice professionale in un nucleo Alzheimer lei, bancario lui, dal '94-'95 al 2011 Michela e Fausto hanno fatto i volontari al Rifugio del cane. Attraverso le loro testimonianze, ieri hanno raccontato una verità diversa da quella già riferita dagli ex volontari ed ex dipendenti del canile al processo sui presunti maltrattamenti e uccisioni "per crudeltà e senza necessità" di cani e di intere cucciolate con iniezioni dei farmaci Pentothal Sodium e Tanax, dal 2004 al 2009. Soprattutto, al presidente Pio Massa e ai giudici Andrea Milesi e Francesco Sora i due testi hanno offerto un'immagine diversa da quella choc del "canile lagher", riversata negli atti dell'indagine nata dalla denuncia di Rosetta Facciolo, presidente della sezione di Cremona della Lega nazionale per la difesa del cane (parte civile con altre associazioni animaliste) e culminata, cinque anni fa, nel sequestro della struttura. Quando responsabile era Cheti Nin, vice dell'Associazione Zoofili Cremonesi (imputata con l'ex presidente Maurizio Guerrini e le volontarie Laura Gaiardi ed Elena Caccialanza). Persona "a volte non facile", Cheti Nin, ma per Michela "maniaca dell'ordine", attenta agli animali: "In inverno insisteva perché tutti i cani avessero la copertina". Sia Michela, che al canile faceva volontariato due volte alla settimana, sia Fausto, lui una volta, hanno parlato di "alcuni decessi" causati, però, "dalla gastroenterite". "Ricordo un periodo, in cui c'erano state parecchie gastroenteriti che colpivano più animali", ha detto Michela, "Ricordo decessi per gastroenterite", ha confermato Fausto. A Michela è capitato di vedere "cani morti nei box, ma tre in quattro anni, erano anziani, magari già in cura e sapevamo che non stavano bene", inoltre, "di animali arrivati al canile già morti, io ne ho presi quattro, cinque: una lepre e gli altri cani". Fausto ha affermato: "Di cani morti nei box non ne ho mai trovati". Michela non ha mai sentito di "cucciolate che facessero una brutta fine", mentre Fausto di "nascite" ne ha viste "raramente". L'ex volontaria ha raccontato che "i cani arrivavano al canile o perché portati dai privati o perché trovati sul territorio; arrivavano in modo massiccio d'estate o nel periodo della caccia. Li prendevamo, anche se io non ero molto d'accordo, ma Cheti Nin diceva 'Se non li prendiamo noi che fine fanno?'". Capitolo farmaci. Ai due volontari è capitato di dover somministrare ai cani (con bocconcini), pastiglie "su indicazione della veterinaria". Michela ha anche "iniettato antibiotici sempre su indicazione della veterinaria" e "comunque i farmaci per noi volontari erano già preparati in una cesta". Pentothal e Tanax nel canile? "Mai visti". Fausto: "Li ho letti sul giornale".

 

In aula attacco di Facciolo a due testi
Silvano, "cacciatore poi convertito dalla veterinaria Butturini"
Metalmeccanico di mestiere, cacciatore 'pentito' "grazie alla dottoressa Butturini". Silvano bazzicava spesso nell'ambulatorio di Michela Butturini, la veterinaria dell'Asl, referente del Rifugio del cane (per lei l'accusa è di abuso di ufficio). Prima cliente ("Portavo i miei cani da caccia"), poi Silvano in quell'ambulatorio ha fatto il volontario: "Aprivo la porta...". Lui non conosceva Rosetta Facciolo per nome. Per lui era 'la bionda'. Al processo ha raccontato un episodio. Siamo "nel settembre del 2008, 20,30-21, era già buio. Suona il campanello, era la signora bionda, mi dice che deve parlare alla dottoressa di cose importanti che succedono al canile, cose che lei non sa, che la signora Cheti uccideva tanti animali a sua insaputa, che non era quella persone che sembrava essere. Dice 'Io quella persona la voglio distruggere', dice che si è appropriata di 250mila euro dell'Associazione; voleva far dire alla Butturini che aveva soppresso un dalmata, ma alla Butturini non risultava. Diceva che se le avesse dato una mano a prendere in mano il canile, l'avrebbe tenuta fuori dal casino giudiziario. La Butturini era seccata, a lei non risultava. La Rosetta disse 'Va bé, comunque la denuncia è già partita'. Io ci sono rimasto". Terminata la sua testimonianza, Silvano si è diretto verso l'uscita dell'aula e si è beccato del "bugiardo" da Rosetta Facciolo, seduta nel ring riservato al pubblico. "Ho detto la verità ero sotto giuramento", la ha ribattuto lui. Non sarà il solo. Anche Maria Teresa, ex volontaria del canile (dal 1981 al 2004-2005), si è presa un 'Vergognati' da Facciolo, dopo aver testimoniato che lei, Nin e Gagliardi "tutte le volte che ci segnalavano un animale in difficoltà, andavamo".

 

Lav parte civile.
Ma la presidente teste della difesa
Al processo sul "caso canile" succede che la Lav (Lega antivivisezione) nazionale sia sull'affollato fronte delle associazioni animaliste che si sono costituite parte civile, e che la responsabile della sezione di Cremona, Maria Pia Superti, si trovi, invece, sull'altro fronte, quello della difesa, Superti ieri ha infatti testimoniato a favore della veterinaria Michela Butturini, definendola una professionista "disponibile, che ha salvato tantissimi animali, non solo cani e gatti, e che si è sempre adoperata per soccorrere gli animali feriti". Igor, veterinario che per quattro anni ha fatto pratica presso l'ambulatorio di Butturini, ha parlato di "un amore" della veterinaria "per gli animali inossidabile". Alessandro Scolari, dal 2005 al 2009 responsabile della sanità animale nel distretto di Cremona dell'Asl,  ha spiegato che la collega Butturini "aveva incarichi non solo a Cremona, ma anche a Casalmaggiore e in parte nel Cremasco", e che "nel suo ambulatorio faceva interventi per urgenze, spesso fuori orario". Gli imputati si difenderanno all'udienza del 21 ottobre prossimo.

 

 

 

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