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Giornali
Indice
Lettere
Randagismo: la soluzione è sterilizzare
- Francarita Catelani
Il randagismo si combatte solo con la
sterilizzazione - Francarita Catelani
Cane guida cacciato. Chiara violazione della
legge - UnaCremona
Nutrie. La sterilizzazione dei maschi è la
soluzione - Francarita Catelani
Gli animali vanno rispettati come tutti gli uomini
- Una Cremona
Manifestazione delle donne C’è ancora molto da
fare - Giulia Lodigiani
Regione Lombardia. Finalmente soldi pubblici
per sterilizzare i randagi - Unacremona
Il canile usi i fondi che già ha per la
ristrutturazione - Barbara Nicolini
La lezione animalista del Comune di La Spezia
- Francarita Catelani
Vorrei sapere chi guadagna dal traffico tra i
Paesi dei cani - Giulia Lodigiani
Trapianti su animali sani. Io contesto il prof.
Galli - Francarita Catelani
Gli xenotrapianti hanno rischi a lunga scadenza
- Francarita Catelani
L'uomo da sempre sfrutta gli animali anche in
guerra - Giulia Lodigiani
È assurdo quell’appello a salvare cani spagnoli
- Francarita Catelani
La vivisezione non è certo la vittoria della
scienza - UNA Cremona
Xenotrapianti. Il via libera ad Avantea non è un
successo - Amministratore del sito www.unacremona.it e responsabile
della Comunicazione dell’associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali)
Strada sud. Non risolve il problema dello smog
- Amministratore del sito www.unacremona.it e responsabile della Comunicazione
dell’associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali)
Per ridurre il numero di nutrie la strada è la
sterilizzazione - Francarita Catelani
Giusto ‘Tenere pulita la città’ Ma ci sono
rifiuti e rifiuti - Associazione Una Uomo-Natura-Animali
Incredibile, per l’Informatore le nutrie sono
dei predatori - Giulia Lodigiani
Vivisezione non necessaria a livello
sperimentale - Amministratore del sito www.unacremona.it e responsabile
della Comunicazione dell’Associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali)
comunicazione@unacremona.it
I politici devono capire che il territorio va
protetto - Francarita Catelani
Un decreto Legislativo che favorisce i
bracconieri - UnaCremona onlus
Vogliamo metodi etici per contenere le nutrie
- Associazione Una Cremona
Parco Tognazzi, le esche avvelenate problema
serio - Francarita Catelani
La vivisezione è sempre contraria all'etica
- Una Cremona
I rapporti persone-animali e la conoscenza
delle leggi - Francarita Catelani
Vivisezione, l'abolizione non risparmia i
randagi - Una Cremona
Il gatto Pierino ha il diritto di restare nella
"sua" casa - Francarita Catelani
Ribadiamo la condanna alla vivisezione -
Associazione Una Cremona
Gli animali al circo proprio non si divertono
- Unacremona.it Uomo-Natura-Animali
Torna il circo a Cremona, ma
non è arte circense: gli animali non si divertono - Amministratore del
sito www.unacremona.it e Responsabile della Comunicazione dell’Associazione UNA
Cremona (Uomo-Natura-Animali)
Attività ripetitive sugli animali: la Fondazione Avantea - Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
Dietro la ricerca c'è spesso la vivisezione
- Una Cremona
Articoli
Legge sui canili. I timori di Una (18/02/2011)
"Sterilizzare più cani" L'Una scende
in campo (17/03/2011)
La Provincia
venerdì 28 gennaio 2011
LA POLEMICA
Randagismo: la soluzione è sterilizzare
Signor direttore,
abbiamo letto l'intervento sul randagismo del consigliere comunale di Sabbioneta Giovanni Fava pubblicato sul suo quotidiano in
data 25 gennaio c.a. Noi trasecoliamo di fronte a certe affermazioni gratuite
ed inutili che denotano solamente una totale inapplicazione
di leggi nazionali e regionali che impongono a tutti i Comuni di occuparsi del
dramma del randagismo non solo costruendo canili rifugio o convenzionandosi con
quelli esistenti nella zona di competenza (il canile rifugio non deve essere
più distante di 30 chilometri), ma anche stanziando almeno il 60% delle entrate
che pervengono loro dallo Stato attraverso la Regione per le sterilizzazioni.
E' chiaro che se nessuno ha mai preso in considerazione l'intervento di
sterilizzare i cani ed i gatti il randagismo non sarà mai ridotto e neppure
sconfitto. La nostra associazione — crediamo unica sul territorio — pur non
gestendo canili o rifugi per gatti effettua campagne di sensibilizzazione a
favore della sterilizzazione con opuscoli e manifesti affissi nelle vie cittadine
(il prossimo sarà affisso il 16 febbraio) con la speranza, o forse con
l'illusione, di vedere una seria presa di coscienza non solo dei possessori di
animali d'affezione, ma anche dei Comuni che, non dimentichiamolo, sono i
responsabili dei cani trovati vacanti e devono provvedere loro. Senza una
corretta educazione che pare non si possa indirizzare solo ai cittadini ma
anche ai consiglieri comunali non arriveremo mai alla reale riduzione del
randagismo. Forse i Comuni ignorano che esiste (oltre alla legge nazionale e a
quella regionale) una ordinanza ministeriale del 6-8-08 che, all'art. 4,
recita: i Comuni sono tenuti ad identificare e registrare in anagrafe canina i
cani rinvenuti sul territorio e quelli ospitati nei rifugi e nelle strutture di
ricovero convenzionale, il sindaco è responsabile delle procedure di cui al
precedente comma, i Comuni dotano la propria polizia locale di almeno un
dispositivo di lettura di micro-chip al fine dell'effettuazione dei controlli
di prevenzione del randagismo.
Francarita Catelani
(presidente di Una Cremona onlus)
La Provincia
Mercoledì 9 febbraio 2011
Cane guida cacciato. Chiara violazione della legge
Egregio direttore,
abbiamo appreso purtroppo ancora brutte notizie relative ai cani. Nuovi casi di
avvelenamento, una barbarie che sembra ripetersi con frequenza sfruttando la
generale omertà di tutti coloro che fingono di non vedere e non denunciano
degli assassini senza scrupoli che fanno morire animali tra indicibili
sofferenze. Meno grave, ma comunque sintomatico di un non corretto rapporto con
gli animali, è il fatto che una persona nonvedente
abbia dovuto andarsene da un pubblico esercizio perché con lei era presente il
cane-guida. In merito a quest'ultimo caso, l'unico che si può prendere un poco
alla leggera, trattandosi di una violazione delle leggi che per fortuna non
costa la vita a nessun essere vivente, crediamo possa far riflettere questa
semplice storiella: Cane sei il benvenuto. Un uomo scrisse ad un albergo di
campagna in Irlanda per chiedere se avrebbe accettato il suo cane. Ricevette la
seguente risposta: "Caro signore, lavoro negli alberghi da più di
trent'anni. Fino ad oggi non ho mai dovuto chiamare la polizia per cacciare un
cane ubriaco nel cuore della notte. Nessun cane ha mai tentato di rifilarmi un
assegno a vuoto. Mai un cane ha bruciato le coperte, fumando. Non ho mai
trovato un asciugamano dell'albergo nella valigia di un cane. Il suo cane è il
benvenuto. Se lui garantisce può venire anche Lei".
Amministratore del sito www.unacremona.it (responsabile della Comunicazione
dell'associazione Una Cremona Uomo-Natura-Animali)
Il Piccolo
venerdì 11 febbraio 2011
Replica.
Il randagismo si combatte solo con la sterilizzazione
Caro direttore,
abbiamo letto la lettera di Stefania Piazzo - nota giornalista de La Padania
-pubblicata dal suo giornale il 4 febbraio scorso e ci pare contenga, oltre ad
una evidente promozione pre- elettorale, alcune
carenze informative. Noi vorremmo che chi promulga leggi ed ordinanze in tema
di animalismo dovrebbe parlare di rispetto e diritti animali e non solo di
benessere animale; riferirsi a tutti gli animali e non solamente a quelli
definiti "di compagnia"; non limitarsi solamente a porre sotto
sequestro i canili lager, o presunti tali, senza poi accertarsi su dove e come
finiscono gii animali sequestrati; prevedere nelle ordinanze emesse sanzioni a
carico degli inadempienti pubblici e privati, essere consapevole che non
esistono solo le poche associazioni nominate nella lettera della Piazzo;
considerare che il randagismo si combatte efficacemente solo attraverso
l'educazione dei cittadini, dei sindaci e delle Asl; sapere che per ridurre il
randagismo è inutile deportare randagi da una regione all'altra e da uno Stato
all'altro come avviene sistematicamente; considerare che il randagismo si
combatte efficacemente solo sterilizzando e promovendo campagne di
sterilizzazioni a prezzi agevolati per i privati. La nostra associazione
combatte da decenni contro l'indifferenza delle istituzioni e, pur non gestendo
canili o colonie feline o gattili, fa campagne
informative per promuovere le sterilizzazioni con opuscoli e manifesti affissi
(regolarmente a pagamento) sui muri cittadini.
Francarita Catelani
Presidente dell'associazione Una Cremona
La Provincia
Martedì 15 febbraio 2011
Nutrie. La sterilizzazione dei maschi è la soluzione
Signor direttore,
sfogliando le pagine antiche del quotidiano ci siamo accorti che noi abbiamo
iniziato a parlare di nutrie nel 2000 scoprendo che erano in corso abbattimenti
con ordinanze sindacali fin dal 1994. Abbiamo inoltrato ricorsi gerarchici a
Prefetto e Presidente della Repubblica (ottenendo spesso ragione contro le
ordinanze sindacali) ed anche in Procure (che hanno presumibilmente
archiviato). Ovviamente non sono emersi casi di zoonosi, zoonosi negata dagli
organismi responsabili preposti e reclamizzata in modo pubblicitario da
sindaci. Se in tutti questi anni, nonostante la continua spasmodica azione di
Comuni e Provincia, non si è ottenuto proprio nulla né uccidendo con fucili né
con trappole e successiva rottura delle cervicali a bastonate, ci chiediamo se
non sarebbe ora di prendere in considerazione la proposta avanzata da esperti e
condivisa da noi, cioè quella della sterilizzazione dei maschi. (...) Per
informazione è giusto ricordare che l’Inghilterra, nominata da un lettore, ha
visto la morte spontanea di un gran numero di nutrie causata da un inverno
particolarmente glaciale. Per ultimo vogliamo precisare come, se non si
vogliono sorprese, si dovrebbe avere una particolare cura nel controllo delle
importazioni di animali, e di vegetali, per evitare poi di dover spendere
denari pubblici per ‘liberarci’ invano da presenze divenute non più
commercialmente fruttuose.
Francarita Catelani
(presidente di Una Cremona onlus)
Il Piccolo
venerdì 18 febbraio 2011
UNACREMONA
Gli animali vanno rispettati come tutti gli uomini
Egregio direttore,
abbiamo appreso purtroppo ancora brutte notizie relative ai cani. Nuovi casi di
avvelenamento, una barbarie che sembra ripetersi con frequenza sfruttando la
generale omertà di tutti coloro che fingono di non vedere e non denunciano
degli assassini senza scrupoli che fanno morire animali tra indicibili
sofferenze. Meno grave, ma comunque sintomatico di un non corretto rapporto con
gli animali, è il fatto che una persona nonvedente abbia
dovuto andarsene da un pubblico esercizio perché con lei era presente il
cane-guida. In merito a quest'ultimo caso, l'unico che si può prendere un poco
alla leggera, trattandosi di una violazione delle leggi che per fortuna non
costa la vita a nessun essere vivente, crediamo possa far riflettere questa
semplice storiella: Cane sei il benvenuto. Un uomo scrisse ad un albergo di
campagna in Irlanda per chiedere se avrebbe accettato il suo cane. Ricevette la
seguente risposta: "Caro signore, lavoro negli alberghi da più di
trent'anni. Fino ad oggi non ho mai dovuto chiamare la polizia per cacciare un
cane ubriaco nel cuore della notte. Nessun cane ha mai tentato di rifilarmi un
assegno a vuoto. Mai un cane ha bruciato le coperte, fumando. Non ho mai trovato
un asciugamano dell'albergo nella valigia di un cane. Il suo cane è il
benvenuto. Se lui garantisce può venire anche Lei".
Unacremona
La Provincia
Giovedì 24 febbraio 2011
Manifestazione delle donne C’è ancora molto da fare
Egregio direttore,
ho letto gli interventi a proposito della "manifestazione delle
donne" dello scorso 13 febbraio e vorrei soltanto commentare che in piazza
a Cremona c'era tanta gente (donne e uomini), sicuramente con posizioni diverse
su molte questioni, ma unita per dire che così non si può andare avanti!
Personalmente, ho partecipato perché credo che la dignità delle donne sia un
valore da difendere... e non soltanto in relazione ad una singola vicenda o ad
una singola persona. E quanto scritto da lettori e anche lettrici nei giorni
scorsi me l'ha confermato: anche nel 2011 c'è ancora tanta strada da fare!
Giulia Lodigiani
(Grontardo)
Il Piccolo
venerdì 18 marzo 2011
Regione Lombardia. Finalmente soldi pubblici per sterilizzare i randagi
Egregio Direttore,
abbiamo appreso da un articolo del "Il Giornale" (disponibile alla
pagina:
http://www.retelombardasalute.com/2011/01/lotta-al-randagismo-finanziamento-della.html)
che la Regione Lombardia ha stanziato sei milioni di euro per sterilizzare i
cani, avendo finalmente compreso e riconosciuto che il randagismo si sta
trasformando in 'emergenza' anche nella nostra regione e che l'unico modo
sicuro per ridurre il numero di randagi e di cani nei canili è la
sterilizzazione. La legge sul randagismo (n. 281/1991) prevede la
sterilizzazione da parte di Asl e Comuni dei cani randagi o ricoverati nei
canili e da oltre vent'anni la nostra associazione, oltre a chiedere che venga
applicata la norma, chiede anche vengano concesse agevolazioni ai padroni meno
abbienti e che ci sia un impegno degli enti locali e, perché no, anche dei
mezzi di comunicazione per la sensibilizzazione in merito. Da parte nostra, in
aggiunta alla consueta informazione proposta ai proprietari di animali (anche
attraverso la diffusione di volantini), abbiamo scelto di realizzare, grazie ai
soldi pervenuti attraverso il "cinque per mille", dei nuovi manifesti
da far affiggere periodicamente in città in cui si invita a sterilizzare i
propri animali.
Unacremona
La Provincia
mercoledì 30 marzo 2011
Il canile usi i fondi che già ha per la ristrutturazione
Gentile direttore,
mi permetto di fare una precisazione ad una Sua risposta ad una lettera
pubblicata venerdì 25 marzo sul canile di Cremona. Sì, è vero, i 535mila euro
sequestrati dalla procura di Cremona appartengono all'Associazione zoofili
cremonese (associazione senza scopo di lucro!), però come si può evincere da
dichiarazioni dell’assessore Carlo Del Ponte, in un articolo apparso su un
giornale locale in data 17 marzo 2009, i soldi sono tutti di provenienza
pubblica (cioè tasse dei cittadini). L'assessore affermava: «Le motivazioni
della scelta di affidare in modo diretto la gestione del rifugio all'Azc sono molteplici e basate sull'esperienza maturata
dall'associazione in trent'anni di attività a favore degli animali all'interno
del canile senza l'esistenza di un rapporto formale. I rapporti sono stati
regolamentati con una prima convenzione quinquennale 2000/2004. L'attuale
convenzione invece risale al 2006 e terminerà il 31/12/2015. Per la gestione è
previsto il pagamento di un importo forfettario annuo di 153mila euro». L'Azc ha effettuato lavori di manutenzione straordinaria e il
Comune ha contribuito con una somma di 50mila euro. Oltre ai soldi del Comune,
l'Azc ha ricevuto dall'Asl 65 euro forfettari per
cane randagio catturato nell'anno fino ad un massimo di 19.500 euro. I 36
comuni cremonesi convenzionati versano all'associazione una somma calcolata
applicando l'onere di 0,70 euro ad abitante per il numero totale degli
abitanti. Si potrebbero utilizzare questi fondi per la riqualificazione della
struttura di via Casello senza chiedere ulteriore esborso (anche se volontario)
alla cittadinanza, dato che (nel 2009) era stata l'associazione stessa a
dichiarare che i fondi accantonati sarebbero serviti per "rifare" il
canile.
Barbara Nicolini
(Seniga) "Articolo di risposta": Rifugio del cane senza più sigilli
La Provincia
Sabato 2 aprile 2011
La lezione animalista del Comune di La Spezia
Signor direttore,
dopo aver appreso che il Comune di La Spezia all'unanimità ha approvato una
mozione che si propone di impedire l'insediamento in città di laboratori ove si
attua la sperimentazione animale ed intende predisporre un programma di
informazione nelle scuole impegnandosi, inoltre, a farsi promotore con il
governo italiano affinché la direttiva europea sulla vivisezione sia recepita
nel modo più restrittivo possibile, ci viene spontaneo fare un paragone con
quanto avviene a Cremona. Nella nostra città si canta di gioia e si forniscono
mezzi economici ad un laboratorio che effettua la vivisezione anche per i
cosmetici (!) e nessuna delle associazioni presenti che pure si definiscono
contrarie alla vivisezione ha avuto nulla da eccepire... lasciandoci soli nella
protesta inascoltata. Ci auguriamo che l'esempio proveniente da La Spezia sia
imitato e che molti, moltissimi Comuni decidano di non consentire
l'insediamento di laboratori di vivisezione e di allevamenti di animali
destinati alla vivisezione sul loro territorio e che applichino alla lettera le
poche leggi vigenti per far chiudere quelli esistenti (come Green Hill di
Montichiari ove sono rinchiusi 2.700 cani beagle che
non vedono mai la luce del sole).
Francarita Catelani
(Una Cremona onlus)
La Provincia
Domenica 3 aprile 2011
Vorrei sapere chi guadagna dal traffico tra i Paesi dei cani
Egregio direttore,
i nostri canili sono pieni di animali, nascono continuamente nuovi gruppi che
si propongono l'obiettivo di trovare casa agli animali ricorrendo ad internet e
ai social network, ma magari dimenticando gli adempimenti di legge (microchip,
registrazione in anagrafe, vaccinazioni) e che si appoggiano a stalli e
staffette (con continui temporanei passaggi di un animale tra persone diverse,
spesso senza nemmeno la certezza di una adozione... e difatti questi cani
finiscono anche nei canili!) spostando freneticamente gli animali tra le varie
regioni invece di operare sul territorio con sterilizzazioni e politiche per
favorire adozioni (responsabili, serie e durature). Ebbene, in una simile
situazione si vanno anche a prendere animali in altri Stati per farli
"adottare" (spesso con le stesse dimenticanze), ma contemporaneamente
vengono anche mandati centinaia di animali, randagi e di canile, all'estero
soprattutto in Paesi nord-europei sempre per farli adottare. O almeno questa è
la versione ufficiale, perché poi i cani finiscono in canili (dove vengono
anche uccisi, perché già pieni di animali "locali"), oppure più
semplicemente scompaiono e i rari e difficili controlli post adozione non li
trovano dove dovrebbero essere. Per me è evidente che qualche cosa non
funziona: perché vengono portati in Italia cani da altri Paesi, quando i nostri
poi partono? Cosa c'è davvero dietro a questi "arrivi e partenze" di
animali? Chi trae vantaggi da questo traffico di esseri viventi?
Giulia Lodigiani
(Grontardo)
La Provincia
domenica 17 aprile 2011
IL CASO
Trapianti su animali sani Io contesto il prof. Galli
Signor direttore,
a volte ci capita di leggere strane affermazioni negli articoli pubblicati sul
suo quotidiano. Ad esempio mercoledì 13 c.m. abbiamo appreso dal prof. Galli Avantea che usano «gli animali non a scopo di ricerca, ma
con l’obiettivo di sostituire organi malati con altri sani costruiti in
laboratorio». Peccato che il tutto avvenga su maiali, animali presumibilmente
sani che non necessitano affatto di alcun trapianto di organi. Abbiamo altresì
appreso, sempre dal prof. Galli, che «le modificazioni genetiche non provocano
alcuna sofferenza agli animali e la sperimentazione non si identifica con la
vivisezione». Durante le varie sperimentazioni vi è sempre un prima, un durante
ed un dopo: il prima è la reclusione in stabulari; il durante è la
sperimentazione vera e propria che, anche se effettuata in anestesia come
speriamo avvenga con i trapianti di organi, presuppone un risveglio, ossia il
dopo con i dolori annessi e connessi che tutti coloro che hanno subìto
operazioni necessarie ben ricordano. La contestazione marcata al progetto di
legge regionale n. 0086 riportata in finale dell’articolo ci rallegra poiché
pare che il progetto abbia colpito nel segno. Per noi è un progetto di legge
stupendo che vieta l’allevamento e la detenzione di animali a fine di sperimentazione
ed il loro utilizzo a scopo didattico promuovendo la diffusione di metodologie
sperimentali moderne ed innovative che non facciano ricorso all’uso di animali.
Il fatto, per finire, che il maiale sia scelto perché ha una complessità
genetica ed anatomica simili a quelle dell’uomo non sappiamo se sia da
considerarsi una offesa per l’uomo o per il maiale.
Franca Catelani
(presidente Una Cremona Onlus)
La Provincia
giovedì 21 aprile 2011
Gli xenotrapianti hanno rischi a lunga scadenza
Signor Direttore,
ringraziamo per aver comunque pubblicato il 17 c.m. la nostra protesta rivolta
all'allevamento di suini transenici effettuata da Avantea, pur con l'appunto contestativo finale che Lei ha
deciso di inserire. Noi non siamo sentimentali e non fasciamo parte delle
schiera protettiva specista, ma cerchiamo sempre di
avere una visione olistica della vita e delle conseguenze decisionali umane che
possono stravolgere il normale decorso vitale del Pianeta Terra. La nostra
associazione ha istituito il Premio Pietro Croce per premiare, appunto, i
ricercatori che non fanno uso di animali nelle loro ricerche, ma che impiegano
mezzi e strumenti veramente scientifici. Gli xenotrapianti presentano rischi
reali anche a lunga scadenza per i trapiantati (rigetto dell'organo immesso,
invecchiamento del medesimo, trasmissione di virus animali, ecc.), oltre a
problemi di ordine etico e morale e di stravolgimento delle normali
indispensabili barriere che distinguono e devono distinguere i vari esseri
viventi che, pur avendo tutti uguali diritto ad una vita dignitosa, non sono
uguali fra di loro e mai lo saranno. Per informazione alleghiamo alcuni link
che possono confermare come i nostri dubbi siano reali e condivisi.
Francarita Catelani
(presidente di Unacremona onlus)
La Provincia
giovedì 28 aprile 2011
IL CASO
L'uomo da sempre sfrutta gli animali anche in guerra
Egregio Direttore,
vorrei prendere spunto dalla manifestazione che ha avuto luogo nel fine
settimana scorso a Crema riguardante l’impiego dei cani in guerra per ricordare
che purtroppo l’uomo ha da sempre sfruttato nella guerra, una delle più grandi
crudeltà umane, gli animali. Non solo i cani di cui si è parlato in quella
occasione, ma anche animali usati per il trasporto di uomini e mezzi (cavalli,
asini, muli... elefanti, cammelli). Purtroppo anche ora che siamo nel XXI
secolo non solo le guerre continuano, ma le vittime animali aumentano: per
“scopi bellici” si fa vivisezione (le armi sono provate prima su di loro;
animali vengono fatti esplodere per l’illusione di poter capire come curare i
feriti umani); animali sono usati come kamikaze (dalla guerra americana in
Vietnam in poi); sono addestrati per scoprire esplosivi (oltre ai cani, topi,
api, otarie per esempio) o mandati in guerra (animali paracadutati tra il
nemico, ad esempio). L’uomo è sicuramente l’animale più crudele che vi sia,
perché non solo ammazza i propri simili, ma sfrutta anche altri esseri per
farlo! Agli animali viene imposto di non seguire i propri istinti e di compiere
comportamenti contrari alle abitudini della propria specie e poi, senza che
possa per loro esserci possibilità di scelta, vengono mandati a rischiare la
vita e a morire. Per quelli fortunati che sopravvivono, oltre ai problemi
derivanti dai traumi fisici e psicologici, spesso vi è quello del
“pensionamento”: i cani possono anche finire in canile, mentre cavalli, asini e
altri finiscono direttamente al macello.
Giulia Lodigiani
(Grontardo - Cremona)
La Provincia
Sabato 7 maggio 2011
È assurdo quell’appello a salvare cani spagnoli
Egregio direttore,
abbiamo letto l'articolo pubblicato il 3 maggio dal titolo "Salva un cane
spagnolo" che, indipendentemente dalla provenienza di questa iniziativa
matrimoniale, incoraggia emotivamente all'azione presentando foto di cani che
non sono e non possono essere spagnoli (o di altra nazionalità). L'importazione
di cani richiede, infatti, norme precise e certificati sanitari che i cani
presentati dalle foto non possono certamente avere essendo vistosamente affetti
da patologie. Inoltre dette foto circolano in tutti i siti web da anni, sempre
le stesse, e sono attribuite di volta in volta a questo o a quel canile
italiano o straniero allo scopo di incoraggiare donazioni per
"salvare" questi animali che spesso sono morti da decenni. Noi
vorremmo che i giornali prestassero maggiore attenzione alle notizie che
pubblicano e che avessero l'accortezza di informarsi presso coloro che sono
informati prima di lanciare appelli anche assurdi come quest'ultimo.
Francarita Catelani
(presidente dell'associazione di volontariato Una Cremona onlus)
Il Piccolo
venerdì 20 maggio 2011
PUNTO DI VISTA
La vivisezione non è certo la vittoria della scienza
Signor direttore,
l'associazione Una Cremona non ritiene che l'autorizzazione concessa dal
Consiglio superiore di Sanità al centro cremonese "Avantea"
di allevare maiali transgenici per esperimenti di vivisezione e per
xenotrapianti (su altri animali e in prospettiva anche sull'uomo) sia una
"vittoria della scienza e della ricerca" intese in senso assoluto, ma
anzi va inserita nel filone dell'antiquato paradigma della vivisezione, il cui
errore metodologico è da tempo denunciato nella comunità scientifica [...] Il
progresso delle conoscenze scientifiche non può che venire da un metodo di
ricerca predittivo per l'uomo: non la vivisezione, bensì tutti i metodi sostitutivi
che non fanno uso di animali, ma di cellule e tessuti umani, nonché di enzimi.
Associazione Una Cremona
La Provincia
Lunedì 23 maggio 2011
Xenotrapianti. Il via libera ad Avantea non è un
successo
Egregio direttore,
l’Associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali) non
ritiene che l’autorizzazione concessa dal Consiglio Superiore di Sanità al
centro cremonese “Avantea” di allevare maiali
transgenici per esperimenti di vivisezione e per xenotrapianti (su altri
animali e in prospettiva anche sull’uomo) sia una “vittoria della Scienza e
della Ricerca” intese in senso assoluto, ma anzi vada inserita nel filone
dell’antiquato paradigma della vivisezione, il cui errore metodologico è da
tempo denunciato nella comunità scientifica. (...) Il 17 maggio lo stesso
giorno dell’autorizzazione, a Roma in una conferenza patrocinata dal ministero
della Salute veniva consegnato per il quarto anno un premio dedicato alla
ricerca senza animali istituito dalle associazioni Equivita
ed Una e intitolato a Pietro Croce, famoso medico e padre
dell’antivivisezionismo scientifico italiano. Il progresso delle conoscenze
scientifiche non può che venire da un metodo di ricerca predittivo per l’uomo.
Amministratore del sito www.unacremona.it e responsabile della Comunicazione
dell’associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali)
comunicazione@unacremona.it
La Provincia
martedì 7 giugno 2011
Strada sud. Non risolve il problema dello smog
Egregio direttore,
abbiamo appreso della approvazione in Giunta del progetto preliminare della
“Strada sud”, cui la nostra associazione è contraria. L’attuale situazione di
via del Giordano non è sicuramente sostenibile, ma la soluzione non può stare nella
costruzione di una nuova strada: il problema dell’inquinamento si sposterebbe
soltanto, e anche di poco, considerando che la strada passerebbe dietro alle
stesse case ora ‘assediate’ dal traffico. E’ sicuramente facile richiedere un
progetto, approvarlo e dare così il via libera alla costruzione di una strada,
ma non è questo che serve ad una città come Cremona già inquinata, con già un
elevato numero di tumori (non solo negli uomini, ma anche negli animali e nelle
piante) dovuti anche all’inquinamento, già circondata dalla tangenziale che può
essere agevolmente utilizzata anche per il percorso ovest-est. E’ sicuramente
più difficile ripensare l’intera mobilità della città, pretendendo dai
trasporti pubblici locali un servizio ‘a misura di cittadino’, promuovere
l’utilizzo della bicicletta che non è affatto difficile o impensabile a
Cremona, date la sua dimensione e la sua conformazione urbanistica; le
amministrazioni di altre città (anche ben più grandi e popolose della nostra),
in Italia e in Europa, hanno raggiunto importanti risultati in merito. Sarebbe
un vantaggio enorme per Cremona avere finalmente delle azioni volte a
contrastare l’inquinamento, a salvaguardare la salute delle generazioni attuali
e future di uomini e animali e a preservare il territorio e la sua flora.
Chiediamo che nel necessario aggiornamento dei dati relativi al volume di
traffico (quelli ora in possesso del comune risalgono al 2005!) venga presa in
considerazione anche la ‘destinazione’ dei veicoli, per capire se veramente una
strada che allunga il tragitto anche solo verso l’ospedale potrebbe essere
percorsa in alternativa.
Amministratore del sito www.unacremona.it e Responsabile della Comunicazione
dell’Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
(comunicazione@unacremona.it)
La Provincia
Domenica 26 giugno 2011
Per ridurre il numero di nutrie la strada è la sterilizzazione
Signor direttore,
in primis ringrazio il sindaco di Persico Dosimo
Monica Zelioli per la responsabile pacatezza che ha
dimostrato nei confronti delle richieste di interventi abnormi che,
effettivamente, non le competono in quanto, come Lei stessa conferma, non
esiste alcun problema sanitario da affrontare per la presenza di nutrie sul
territorio. Da troppi anni le nutrie vengono vanamente abbattute con ogni mezzo
senza per questo vederne diminuire il numero: dimostrazione incontestabile
dell’inefficacia di questo metodo, come da noi sempre sostenuto. L’agricoltore
che si è sfogato con la lettera del giorno 23 giugno ha solo dimostrato di non
conoscere la legge e ci auguriamo che se ne renda conto per non trovarsi
denunciato per caccia di frodo (la nutria non è animale cacciabile) e per
procurata morte di un animale. Se dal 1994 gli abbattimenti non hanno risolto
il problema nutrie sarebbe ora che venissero accolte le proposte di esperti che
hanno affermato come sia possibile ridurne il numero con la sterilizzazione dei
soggetti riproduttori che, reimmessi nel loro
territorio, lo difendono dall’intromissione di individui fertili e riducono il
tasso riproduttivo della colonia. (...)
Francarita Catelani
(presidente di Una Cremona onlus)
La Provincia
Lunedì 27 giugno 2011
Giusto ‘Tenere pulita la città’ Ma ci sono rifiuti e rifiuti
Egregio direttore,
una sola considerazione in merito alla nuova campagna del Comune ‘Aiutaci a
tenere pulita la città’: una deiezione canina inquina il doppio di mozziconi di
sigaretta con filtro e di bottiglie (magari frantumate), lattine e cartacce e
la metà di un rifiuto ingombrante?
Associazione Una Uomo-Natura-Animali
(Cremona)
La Provincia
Mercoledì 6 luglio 2011
Incredibile, per l’Informatore le nutrie sono dei predatori
Egregio direttore,
non posso credere a quanto ho letto su “L’Informatore”, l’organo di stampa
dell’Amministrazione provinciale: secondo loro le nutrie sarebbero predatori
che si cibano di carne e pesce! Si tratta, invece, di animali esclusivamente
vegetariani e che non sono predatori, ma anzi ‘predati’ e lo potrebbero essere
anche qui da noi, se soltanto l’uomo non eliminasse volpi, aironi e altri
animali attraverso la caccia, ossia ammazzandoli esattamente come poi si
pretende di fare, insensatamente, con le stesse nutrie! Possibile che si debba
sempre ricorrere al metodo più crudele e inutile, l’uccisione, quando invece ci
sarebbero concrete possibilità di limitarne il numero con la sterilizzazione?
Perché quest’ultima soluzione non viene mai presa in considerazione dalla
nostra amministrazione provinciale (se non a livello di dibattito negli organi
collegiali, senza poi esiti concreti), nonostante sia del tutto fattibile?
Giulia Lodigiani
(Grontardo)
La Provincia
Martedì 19 luglio 2011
Vivisezione non necessaria a livello sperimentale
Egregio direttore,
leggiamo molto di frequente, soprattutto negli ultimi tempi in cui è stata
presentata una proposta di legge in regione Lombardia per vietare gli
allevamenti di animali per i laboratori di vivisezione, interventi di
scienziati più o meno noti che asseriscono l’assoluta necessità di quella che
loro chiamano ‘sperimentazione animale’, un nome decisamente più ‘asettico’
rispetto a vivisezione, ma che non cambia la sostanza degli esperimenti e
quindi della sofferenza fisica e psichica nonché della morte degli animali nei
laboratori. La vivisezione non è affatto necessaria a livello sperimentale,
come dimostra l’esistenza di numerosi metodi senza uso di animali che sono
studiati, validati ed utilizzati a livello nazionale, europeo e internazionale:
essi sono le solide fondamenta di quel nuovo paradigma scientifico che
finalmente non è più insensibile alle istanze etiche e alle evidenze
scientifiche, riguardanti non solo l’uso di animali ma anche i rischi che
possono derivare alla salute umana dallo sperimentare cure e utilizzare dati
che siano frutto di una pratica non predittiva, non scientifica e
metodologicamente errata quale è la vivisezione. Vogliamo anche ricordare che
comunque dopo la fase dei test su animale vi è sempre quella su cavie umane:
persone sane che lo fanno per denaro e malati che talvolta lo sono
inconsapevolmente... Se la vivisezione rimane ‘necessaria’ a livello
legislativo è solo perché non si vuole accettare la crisi del metodo
vivisettorio, rimandando al futuro l’unica scelta possibile per un vero
progresso: l’abbandono e l’abolizione della vivisezione.
Amministratore del sito www.unacremona.it e responsabile della Comunicazione
dell’Associazione Una Cremona (Uomo-Natura-Animali)
comunicazione@unacremona.it
Pubblicato anche su CremonaOnLine: Vivisezione:
c'è chi continua. Le alternative ci sono (15/07/2011)
La Provincia
Mercoledì 27 luglio 2011
I politici devono capire che il territorio va protetto
Egregio direttore,
abbiamo letto, sia pure in ritardo di qualche giorno, sia i complimenti che Le
ha indirizzato il sig. Simone Verdi per quanto da Lei scritto sulla Strada Sud
che le Sue risposte sulla cava di amianto di Cappella Cantone e... Le facciamo
tutte le nostre congratulazioni più sincere. Speriamo che anche i politici si
rendano conto che il territorio deve essere protetto e difeso poiché è l'unico
che abbiamo e non possiamo continuare a invaderlo di scorie, di asfalto e di
cemento. Grazie ancora e cordiali saluti
Francarita Catelani
(Una Cremona onlus)
Il Piccolo
venerdì 5 agosto
Un decreto Legislativo che favorisce i bracconieri
E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 277 del 1.8.11) il Decreto
Legislativo 121 del 7-7-11 che aggiunge due articoli al codice penale: art. 727
bis e 733 bis che dovrebbero punire coloro che uccidono, catturano, detengono e
distruggono animali selvatici appartenenti a specie protette SALVO in cui
l'azione riguardi una quantità trascurabile di tali esemplari ed abbia un
impatto trascurabile sullo stato di conservazione della specie e coloro che
distruggono un habitat all'interno di un sito protetto o lo deteriorano
compromettendone la conservazione. Viene in questo modo instaurato il concetto
di non punibilità se si uccide, detiene, cattura una quantità di animali
definita "trascurabile" e se tale uccisione non mette a rischio la
sopravvivenza della specie. Per la distruzione o il deterioramento di un
habitat sono previste sanzioni inferiori a quelle a carico di coloro che
danneggiano un edificio pubblico. Il Decreto entrerà in vigore il 16 agosto: i
bracconieri e gli speculatori ringrazieranno.
Una Cremona onlus
La Provincia
Venerdì 5 agosto 2011
Vogliamo metodi etici per contenere le nutrie
Egregio direttore,
la specie umana sta diventando sempre più incapace di convivere con le altre
specie animali! Ci riferiamo, in particolare, ai gravi casi di avvelenamento di
cani ai Giardini pubblici e sugli argini di Po a Cremona, segno di una
recrudescenza dell’intolleranza e di inaudita crudeltà, e alla ‘guerra’ che di
fatto è stata dichiarata alle nutrie. In merito a queste ultime, vorremmo
precisare, rispetto alla posizione espressa dal deputato Pizzetti, che se è
vero che vengono in parte ammessi gli errori insiti nel ricorso
all’abbattimento, non leggiamo proposte concrete di cambiamento, se non forse
una diversa competenza, da provinciale (per delega regionale) a statale!
Tuttavia, è il sistema che va cambiato: se i risultati non si vedono è proprio
a causa del ricorso ad un metodo errato: non si può chiedere l’impossibile e
aspettarsi di ottenerlo! Per quanto riguarda la posizione dell’Iucn (Unione mondiale per la conservazione della natura),
la lista rossa delle specie minacciate segnala per la terza volta la
popolazione di Myocastor coypus
(nutria) in decremento a livello mondiale e non più nociva. Purtroppo, i metodi
etici di limitazione della popolazione rimangono sempre al semplice livello di
proposta (...).
Associazione Una Cremona
La Provincia
lunedì 15 agosto 2011
Parco Tognazzi, le esche avvelenate problema serio
Signor direttore,
rispondo all'accorato appello della signora Gloria Baldini che denuncia la
presenza nel parco Tognazzi di esche avvelenate per topi e rispondo anche al
suo commento finale. Purtroppo tutti e due avete espresso una visione parziale
sull'argomento ignorando che, oltre ai topi e ai cani, esistono (spero ancora)
altri esseri viventi in detto parco, esseri viventi che in un modo o nell'altro
possono venire avvelenati e avvelenare altri. La catena alimentare che ci hanno
insegnato a scuola provvedere alla diffusione del veleno che tale rimane e non
si volatilizza nel nulla: il topo mangia l'esca ma prima di morire viene
mangiato dal gatto, il gatto sta male lentamente e muore, gli uccelli beccano
le carcasse che trovano e via di seguito. Tanti anni fa mio figlio alle
elementari aveva studiato una poesia che iniziava dicendo: ‘un contadino un
poco ignorante mise il veleno sopra le piante, dodici grilli, la cosa è
accertata, fecero merenda con l'insalata’... e finisce con ’chi ci lascia le
penne è il biancone che con le serpi ci fa colazione’.
Francarita Catelani
(presidente di Una Cremona)
Il Piccolo
venerdì 16 settembre 2011
La vivisezione è sempre contraria all'etica
Egregio direttore,
Abbiamo appreso che una scienziata cremonese, ricercatrice negli Stati Uniti,
presenterà il proprio studio relativo ad un farmaco contro l’Alzheimer studiato
sui ratti ad un convegno organizzato dalla Fondazione Umberto Veronesi. Ci
chiediamo come possa colui che dà il proprio nome a questa istituzione
proclamarsi amante degli animali, difensore dei loro diritti, e promuovere poi,
tra l’altro non soltanto in questo caso, una delle pratiche più abiette,
crudeli, scientificamente non valide e non predittive: la vivisezione! Nessun
animale può essere, dal punto di vista scientifico, un ‘modello’ per un
individuo di qualsiasi altra specie, compresa quella umana: si tratta di un
errore metodologico. Uno scienziato deve saperlo. La vivisezione è contraria
all’etica perché prevede sofferenze prima e dopo gli esperimenti, oltre al
fatto che l’animale viene considerato come ‘oggetto’ e non come ‘soggetto di
diritti’. Un animalista lo sa.
Una Cremona
La Provincia
lunedì 10 ottobre 2011
I rapporti persone-animali e la conoscenza delle leggi
Signor direttore,
che dire? Si leggono notizie sconfortanti da diversi punti di vista, notizie
che mostrano come la convivenza pacifica fra persone ed animali sia scaduta a
limiti intollerabili e come la politica sia esercitata in modo che si potrebbe
definire molto superficiale ed incompetente. Pare che quasi nessuno sia in
grado di cercare almeno di conoscere le varie leggi che tutti dovrebbero
osservare e la cosa grave è che proprio coloro che dovrebbero applicarle e
farle applicare sono fra i primi che le ignorano. Così abbiamo un sindaco che produce
un regolamento comunale che impedisce la detenzione di più di 2 cani basandosi
su delle linee guida sanitarie regionali obsolere che
riguardano gli allevamenti ed ignorando la presenza di leggi e di regolamenti
regionali che dicono ben altro. Ma stranamente detto sindaco non si è
preoccupato di accerare la legittima e corretta
detenzione dei 5 cani e si limita ad ordinare la rimozione di 3 di essi.
Abbiamo il continuo posizionamento di gabbie trappola fornite dalla Provincia e
mai nessuno ha constatato come in dette gabbie possono finire animali di ogni
tipo, compresi quelli domestici, gabbie che spesso rimangono incustodite per
diverso tempo e nelle quali si ritrovano solo animali morti di fame e di sete,
oltre che di paura. Rischiamo di vedere vanificato il lavoro di Cascina Stella
- unico luogo nel quale vengono accuditi animali selvatici trovati feriti o in
difficoltà - grazie alla decizione di assessori e
dirigenti provinciali. Per fortuna alcuni lettori insorgono e protestano.
Francarita Catelani
(presidente dell'associazione di volontariato Una Cremona)
Il Piccolo
Venerdì 28 ottobre 2011
Legge sotto accusa.
Vivisezione, l'abolizione non risparmia i randagi
Egregio direttore,
è stato approvato in Commissione Affari Sociali alla Camera un emendamento al
disegno di legge di recepimento della Direttiva europea n. 63 del settembre
2010 in materia di vivisezione. Da più parti, anche in seguito a dichiarazioni
del ministro Brambilla, la notizia è stata accolta con un’ondata di
trionfalismo: vivisezione abolita e allevamenti di cani e gatti destinati alla
vivisezione vietati. Assolutamente non è così! Non solo perché l’iter non è
ancora concluso, ma anche per il contenuto stesso dell’emendamento. Innanzitutto,
ci ha colpito la totale assenza da questo emendamento di una questione molto
importante, quella dei cani e dei gatti randagi che, secondo la Direttiva
Europea, possono essere utilizzati nella vivisezione. Per loro, quindi, non vi
sarebbe nessuna tutela, anzi con le (poche) limitazioni agli allevamenti di
animali per i laboratori, potrebbero essere proprio i randagi a subire la
vivisezione che questo emendamento non limita e non rifiuta. Non solo, ma le
uniche specie di cui si occupa sono i primati, i cani e i gatti; tutte le altre
numerose specie utilizzate nella vivisezione non vengono nemmeno prese in
considerazione! La proposta si basa sulle cosiddette “3R” (comma a), ossia
sulle linee guida elaborate da vivisettori inglesi negli anni ’50, che prevedono
di “raffinare” (ossia cercare di limitare il dolore), “ridurre” e “rimpiazzare”
gli esperimenti, ma le statistiche indicano da allora un continuo aumento di
animali vivisezionati. Il divieto di sperimentazione su scimmie antropomorfe,
cani, gatti e specie in via di estinzione (comma b) ha eccezioni riguardanti
obblighi nazionali o internazionali di effettuare esperimenti e le ricerche
finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte, casi nei quali la
vivisezione è ammessa. Anche il divieto di allevamento di primati, cani e gatti
sul territorio nazionale (comma c) sembra debba interpretarsi in senso
ristretto in quanto, facendo riferimento al comma b, pare che qualora gli
animali siano destinati a esperimenti permessi dalle eccezioni precedenti
possano continuare ad essere allevati. L’assicurazione di una “misura normativa
sufficientemente cautelare nei confronti degli animali geneticamente
modificati” (comma d) non ci soddisfa affatto, e non solo perché quello che noi
chiediamo non è una condizione migliore, ma l’abolizione della vivisezione! Gli
animali geneticamente modificati vengono creati appositamente per la
vivisezione e ciò non può che avere ripercussioni sul ‘benessere’ degli animali
(unico aspetto che sembra interessare ai legislatori, mentre di rispetto e di
diritti di questi animali non si parla affatto!). Il divieto di utilizzare
animali “negli ambiti sperimentali di esercitazioni didattiche” (comma e)
probabilmente cambierà poco la situazione: da un lato, è prevista l’eccezione
dell’alta formazione dei medici e dei veterinari, che potranno continuare con i
loro numerosi esperimenti; dall’altro, potrebbe esserci il rischio di una
interpretazione che permetta ancora anche esperimenti su animali nelle
università e nelle scuole, se non considerate di “ambito sperimentale”, ossia
se, come spesso accade, si ripetono esperimenti già condotti. Le stesse
considerazioni valgono anche per gli esperimenti bellici. Il divieto di
esperimenti senza anestesia o analgesia ha un’eccezione non indifferente, ossia
“qualora provochino dolore all’animale”, condizione non sempre di fatto
riscontrabile, oltre al fatto che dovrebbe essere rilevata dagli stessi
sperimentatori. Quello che noi chiediamo non sono gabbie più grandi o
condizioni migliori, ma bensì niente gabbie e abolizione della vivisezione per
motivi etici e scientifici.
Una Cremona
La Provincia
Martedì 15 novembre 2011
Il gatto Pierino ha il diritto di restare nella "sua" casa
Egregio direttore,
abbiamo letto con stupore l'articolo riguardante il gatto Pierino che osa anche
entrare negli uffici del Comando polizia municipale da ben tre anni, ossia da
quando è apparso in cortile magrissimo, randagio ed affamato. La legge regionale,
la n. 33 del 2009 all'art. 111 ribadisce la protezione dei gatti ed il loro
diritto di vivere nel loro habitat. Pierino è accudito, sterilizzato,
vaccinato, sfamato e amato dalla maggioranza dei vigili urbani, quindi è un
gatto libero che non deve essere spostato se non per gravi motivi sanitari
accertati dalla Asl. Il problema Pierino è nato da quando un dipendente
pretende di andare in ufficio con il suo cane e sostiene che il gatto da
fastidio al suo cane. Noi tutti speriamo che il nuovo comandante, in sintonia
con quanto deciso dal suo predecessore, lasci vivere in pace Pierino per la
felicità del gatto medesimo e di tutti i suoi sottoposti che lo amano.
Francarita Catelani
(Una Cremona onlus)
Il Piccolo
venerdì 18 novembre 2011
UNA CREMONA
Ribadiamo la condanna alla vivisezione
Egregio direttore,
Cremona, il prossimo 18 novembre, ospiterà una conferenza riguardante le
biotecnologie applicate al campo zootecnico e biomedico, organizzata dalla Fondazione
Avantea. Accanto alle perplessità in merito alla
dichiarazione dell’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale,
ci preme evidenziare come le ricerche condotte e programmate dagli scienziati
che ne sono membri saranno svolte su animali e saranno attività ripetute e
ripetitive già effettuate da molti altri in Italia e nel mondo. Tra i relatori,
vi sarà chi si occupa di clonazione, di ricerca su embrioni e ovociti
animali... Queste ricerche sono condotte ufficialmente per trovare applicazione
sull’uomo, ma nella maggior parte dei casi perseverando nel ricorso alla
vivisezione, metodo non scientifico e non predittivo perché basato sull’errore
metodologico di ritenere l’animale possibile modello per l’uomo... esperienze
del passato hanno confermato i nostri dubbi angosciosi.
Associazione Una Cremona
La Provincia
venerdì 2 dicembre 2011
Gli animali al circo proprio non si divertono
Egregio direttore,
ancora una volta torna a Cremona in questi giorni un circo con animali e chi,
come noi, rispetta ogni essere vivente non può che criticare un'attività che fa
uso di animali, privati della loro libertà in quanto rinchiusi in gabbie,
costretti a comportamenti per loro innaturali, stressati dai lunghi viaggi e
dalla vita indegna di essere chiamata tale alla quale sono costretti,
sofferenti psicologicamente a causa di ciò e spesso anche fisicamente per i
metodi di "addestramento" usati. L'arte circense è tale soltanto se
non coinvolge animali: gli animali al circo non si divertono!
Unacremona.it
Uomo-Natura-Animali
Pubblicata su: Il Vascello
Intervento critico dell'Associazione, Uomo - Natura- Animali
Attività ripetitive sugli animali: la Fondazione Avantea
Caro Direttore,
Cremona, il prossimo 18 novembre, ospiterà una conferenza riguardante le
biotecnologie applicate al campo zootecnico e biomedico, organizzata dalla
Fondazione Avantea. Accanto alle perplessità in
merito alla dichiarazione dell’esclusivo perseguimento di finalità di
solidarietà sociale, ci preme evidenziare come le ricerche condotte e
programmate dagli scienziati che ne sono membri saranno svolte su animali e
saranno attività ripetute e ripetitive già effettuate da molti altri in Italia
e nel mondo. Tra i relatori, vi sarà chi si occupa di clonazione, di ricerca su
embrioni e ovociti animali... Queste ricerche sono condotte ufficialmente per
trovare applicazione sull’uomo, ma nella maggior parte dei casi perseverando
nel ricorso alla vivisezione, metodo non scientifico e non predittivo perché
basato sull’errore metodologico di ritenere l’animale possibile modello per
l’uomo... esperienze del passato hanno confermato i nostri dubbi angosciosi.
Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
Il Piccolo
venerdì 16 dicembre 2011
Denuncia
Dietro la ricerca c'è spesso la vivisezione
Egregio direttore,
particolarmente in questo periodo pre-natalizio, si organizzano sotto varie
forme raccolte di fondi per la “ricerca” in merito a diagnosi e cure per
malattie molto gravi. Purtroppo, quello che la gente non sa e sulla quale non
viene informata è che attraverso i contributi dati a molte di queste associazioni,
viene finanziata la vivisezione! Prescindendo dalla questione dei diritti
animali, esiste l’antivivisezionismo scientifico: la vivisezione è un metodo
metodologicamente errato, perché attraverso esperimenti su specie animali (il
preteso “modello animale”) si pretende di trovare dati e informazioni
applicabili ad un’altra specie (nello specifico caso, quella umana). Le
malattie in questione sono terribili... ma la soluzione non può essere
un’acritica politica di donazioni! Ciò che viene proposto è il “progresso
scientifico”, ma in realtà con queste ricerche si torturano animali e si
ritarda anche la scoperta di vere e concrete risposte sulle cause e sulle
possibili cure per queste malattie, che si troverebbero con facilità se la
ricerca fosse fatta su cellule e tessuti umani, dato che si devono curare
persone! Le alternative alla vivisezione esistono, sono praticate e prevedono
l’uso di cellule umane e sono etiche, più economiche, valide dal punto di vista
scientifico! Finanziano per certo la vivisezione: AIC (Associazione Italiana
Celiachia); AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro); AISM
(Associazione Italiana Sclerosi Multipla); ANLAIDS (Associazione Nazionale per
la lotta contro l’AIDS); ASID (Associazione per lo Studio e l’Intervento sulle
Tossicodipendenze); Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma;
Telethon; Trenta Ore per la Vita. AIL (Associazione Italiana contro Leucemie e
linfomi) non ha rilasciato dichiarazioni in merito.
Articoli
La Provincia
mercoledì 18 febbraio 2011
Legge sui canili. I timori di Una
Presso il consiglio della Regione Lombardia è in discussione una proposta di
legge che interessa la gestione del randagismo e dei canili rifugio. Una (Uomo-natura-animali) di Cremona esprime preoccupazione per
«l'apertura ai privaci come gestori di canili rifugio, con inquietanti
riferimenti all'esternalizzazione del servizio»: non vogliamo una Lombardia in
cui sia più facile fare affari sulla pelle degli animali».
Leggi qui il comunicato completo! (più lungo e
articolato!)
La Provincia
giovedì 17 marzo 2011
"Sterilizzare più cani" L'Una scende in campo
L'associazione Uomo-natura-animali è in prima linea
contro il randagismo
L'associazione Una Cremona (Uomo-natura-animali)
scende in campo per una massiccia campagna di sterilizzazione dei cani.
"Abbiamo appreso che la Regione Lombardia ha stanziato sei milioni di euro
per sterilizzare i cani - si legge in una nota diffusa nelle scorse ore -
avendo finalmente compreso e riconosciuto che il randagismo si sta trasformando
in 'emergenza' anche nella nostra regione e che l'unico modo sicuro per ridurre
il numero di randagi e di cani nei canili è la sterilizzazione. La legge sul
randagismo - proseguono i responsabili dell'associazione cremonese - prevede la
sterilizzazione da parte di Asl e comuni dei cani randagi o ricoverati nei
canili e da oltre vent'anni la nostra associazione, oltre a chiedere che venga
applicata la norma, chiede anche vengano concesse agevolazioni ai padroni meno
abbienti. Da parte nostra, in aggiunta alla consueta informazione proposta ai
proprietari di animali, abbiamo scelto di realizzare, grazie ai soldi pervenuti
attraverso il 'cinque per mille', dei nuovi manifesti da far affiggere
periodicamente in città in cui si invita a sterilizzare i propri animali".